Ciclismo
Mauro Vegni: “Il Giro d’Italia prosegue senza ombre e arriverà a Milano. Avanti a testa alta”
Mauro Vegni, direttore del Giro d’Italia, è intervenuto ai microfoni di Tuttobiciweb al termine della dodicesima tappa (la Cesenatico-Cesenatico). La Corsa Rosa sta vivendo momenti difficili a causa di alcune positività di Covid-19, ma non si ferma e e va avanti con la seria speranza di arrivare a Milano il prossimo 25 ottobre, La EF Pro Cycling ha inviato all’UCI una lettera richiedendo la sospensione della Corsa Rosa, ma l’Unione Ciclistica Internazionale ha rigettato la domanda. Mauro Vegni ne ha parlato in merito: “A riguardo, a me personalmente non è arrivato nulla. Certo ho avuto delle comunicazioni, ma non ho visto nessun esponente della squadra che venisse a chiedermi spiegazioni: si tratta di una comunicazione che si sono passate le squadre tra loro, ma io non mollo e dico ancora una volta che il Giro arriverà fino a Milano“.
In mattinata era poi stata diffusa la notizia del contagio di 17 poliziotti al seguito del Giro d’Italia, ma in realtà si tratta di agenti che seguono il parallelo Giro E, al di fuori della bolla sanitaria dei professionisti: “Quando si diffondono le notizie, bisogna farlo nel modo corretto: per sistemare l’accaduto è dovuto intervenire il Ministero degli Interni con una nota ufficiale che ha specificato che i poliziotti nulla hanno a che fare con il Giro d’Italia. Il Giro-E è una realtà nettamente separata dalla nostra, ancora una volta smentisco categoricamente che quegli agenti siano venuti a contatto con qualcuno della nostra organizzazione e soprattutto con i corridori. A chi mi accusa di avere un’organizzazione che non ha tamponi e dispositivi di sicurezza adeguati, rispondo che sono pronto a tirare fuori i documenti del DCI che dimostrano quanto tutto questo non sia vero. Siamo arrivati a Palermo con i tamponi fatti, la polizia li ha fatti a Milano prima di partire, noi li abbiamo ripetuti ieri e siamo tutti negativi“.
Il direttore del Giro d’Italia si è rivolto ai corridori: “Io rispetto i ragazzi e i loro timori, quando si parla di salute bisogna stare molto attenti, ma noi come organizzazione lo facciamo ogni giorno mettendo in campo tutte le nostre forze. Chi sta intorno agli atleti dovrebbe muoversi nella stessa maniera, contribuendo a crerare una bolla di tranquillità. Perché anche certi dirigenti non hanno avuto dei comportamenti completamente corretti. Parliamoci chiaro, i risultati che abbiamo sono gli stessi che hanno le altre gare, non capisco perché dovremmo fermarci, il Giro va avanti senza ombra di dubbio. Alla fine guardiamoci anche un po’ intorno, siamo ad ottobre, in Italia solo oggi si sono registrati quasi 9000 nuovi casi, una situazione ben diversa da quella di fine agosto. Il rischio è già di per sé alto, il virus non lo scopriamo oggi, già prima della partenza sapevamo che in qualche modo ci avrebbe colpito, è un problema che esiste. A noi non resta altro che proseguire per la nostra strada e combattere con testa alta“.
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stefano.villa@oasport.it
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Foto: Lapresse