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Mauro Vegni: “Il Giro d’Italia verrà ricordato per questa polemica: una figuraccia. Non pagherò i premi di gara”

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Il Giro d’Italia 2020 ha vissuto una giornata turbolenta a causa della protesta dei corridori. La 19ma tappa della Corsa Rosa è stata tagliata di circa 130 km, rispetto ai 258 km originariamente in programma. La frazione è stata ritenuta troppo lunga, anche perché la pioggia si è abbattuta sul percorso. Una situazione paradossale, uno sciopero immotivato e non degno di ciclisti professionisti.

Il direttore di corsa Mauro Vegni ha tristemente analizzato la situazione ai microfoni del “Processo alla Tappa” su Rai 2: “Per me questa sera passa, domani è un altro giorno. Abbiamo fatto una figuraccia di fronte al mondo intero, oggi si sono vanificati tutti i sacrifici fatti per arrivare fino a qui. Non ci sono scuse per quanto è successo. Molti corridori si chiedevano cosa stava succedendo questa mattina, perché molti corridori di squadre importanti non comprendevano cose stesso succedendo. C’erano molte squadre che non sapevano perché non si partisse. Non soltanto la tappa di oggi, ma forse tutto il Giro sarà ricordato per la polemica di oggi“.

Mauro Vegni ha proseguito: “Sapevamo che la tappa era lunga. Poteva cambiare il risultato, oggi 250 km di tappa sarebbero rimasti nelle gambe di molti protagonisti e avrebbero influenzato la giornata di domani. Se piove non si corre, se la tappa è troppo lunga non si corre. Allora rimaniamo a casa. Fino a qualche giorno fa i ciclisti si lamentavano perché non prendevano gli stipendi perché non correvano, facevano chilometri sui rulli per essere pronti in vista delle gare: questo è un controsenso, oggi hanno rovinato lo scenario“.

Il direttore ha poi concluso: “Oggi non pagheremo i premi, non c’è stata gara. A fine Giro tirerò una linea e chiederò conto di alcune cose (ad esempio il ritiro della Jumbo-Visma, ndr)”.

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stefano.villa@oasport.it

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Foto: Lapresse

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