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MotoGP, Andrea Dovizioso formichina: la Ducati fatica, ma è in lotta per il Mondiale

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Non si capisce come, ma Andrea Dovizioso è ancora in corsa per vincere il Mondiale di MotoGP 2020. Nonostante un clima poco sereno in seno alla Ducati e alle enormi difficoltà con le nuove gomme, il trentaquattrenne forlivese paga solamente 15 punti di ritardo dalla prima posizione nella classifica iridata. La matematica tiene quindi vive le speranze della punta di diamante della Casa di Borgo Panigale che, a dispetto di una stagione di pura sofferenza, si sta giocando il bersaglio grosso.

D’accordo, la media punti non è esaltante. Sinora quella di Dovizioso è di 10.6 punti/gara. Negli ultimi tre anni, tutti conclusi alla piazza d’onore nel Mondiale, Andrea ha tenuto una media/punti di 14.5 (2017), 12.9 (2018) e 14.2 (2019). L’annata 2020 è però completamente diversa rispetto a quelle appena citate, poiché l’infortunio di Marc Marquez ha generato un clamoroso vuoto di potere al vertice del Motomondiale. Per quanto in evidente regresso rispetto al triennio precedente, Dovi è quindi ancora in piena bagarre per il sogno iridato, poiché l’equilibrio regna sovrano.

La forza di Andrea è stata quella di chiudere tante gare nelle prime otto posizioni, uscendone solamente a Brno e a Barcellona. In questo modo è riuscito a difendersi praticamente ovunque, piazzando nel frattempo un paio di stoccate di altissimo livello (il terzo posto nella prova inaugurale di Jerez e soprattutto la vittoria di Spielberg). Insomma, Dovizioso ha il profilo della formichina operosa, in grado (quasi) sempre di portare a casa una discreta manciata di punti, rimanendo a galla in una classifica iridata attualmente profonda come uno stagno.

Per vincere il Mondiale, però, occorrerà giocoforza un cambio di passo. Infatti è dalla prima gara che il trentaquattrenne forlivese corre in difesa e, in questo modo, è comunque impossibile laurearsi Campioni. Vero che Dovi è ancora un candidato al titolo, ma al tempo stesso bisogna sottolineare come occupi la quarta posizione in classifica generale, dietro quindi ad altri tre centauri. Giustamente, qualcuno potrebbe obiettare che se l’auspicato cambio di passo non si è verificato sino a ora, difficilmente potrà verificarsi nelle prossime gare. Obiezione accolta, ma al tempo stesso non bisogna dimenticare come Alex Marquez sia riuscito a crescere improvvisamente di rendimento nelle ultime settimane. In una stagione assolutamente folle, non si può escludere come altri, magari dotati di molta più esperienza, possano alzare i toni in maniera inaspettata.

La domanda da un milione di dollari è se potrà farlo Dovizioso. Innanzitutto dovrà essere aiutato dalla Ducati in tema di pianificazione e strategia, cosa non certo accaduta tra Le Mans e Aragon, ma l’argomento è già stato trattato con dovizia di particolari. Al tempo stesso, sarà fondamentale trovare la benedetta quadra del cerchio in qualifica, dove Andrea soffre enormemente. Allo scopo di far saltare il banco, sarà quindi imperativo essere competitivi sul giro secco. In tal senso, il freddo si annuncia nemico della Desmosedici, moto che con le basse temperature fatica a mandare in temperatura gli pneumatici. Dunque bisogna sperare in un’ondata di caldo anomala, magari concentrata sulla penisola iberica nel cuore di novembre (quando si correrà due volte a Valencia prima di chiudere a Portimao).

C’è da accedere un cero a San Martino, affinché la famigerata “estate di San Martino” possa durare più a lungo del solito. Dopotutto un paio di fiammate nelle ultime quattro gare, unite a due risultati di medio livello, potrebbero anche essere sufficienti per arpionare il Mondiale. D’accordo, Dovizioso e la Ducati corrono in difesa, quindi non sono certo i favoriti. Però, per quanto ridotte, le possibilità di laurearsi campioni ci sono ancora e, in un’annata assolutamente imprevedibile, sarebbe un delitto non provarci fino in fondo.

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Foto: Shutterstock

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