MotoGP
MotoGP, Dovizioso e la Ducati si arrendono: moto lenta e piazzamenti mediocri. Sfuma il sogno iridato
“Non posso più giocarmi il Mondiale e questo fatto mi fa girare i cogl….i! Dove perdiamo tempo? È facile capirlo! Il difficile è capire dove guadagnarlo! Su questa pista la trazione è fondamentale e se si hanno problemi ad aprire il gas in curva, allora diventa difficile essere competitivi. Tutti sono riusciti a migliorare, noi no. Non capiamo come far funzionare le gomme, perché hanno molto grip al centro, mentre non ne hanno ai lati. Il potenziale di questi pneumatici è enorme, ma noi non riusciamo a sfruttarlo e purtroppo dobbiamo affrontare le gare con la prospettiva di marcare più punti possibili, senza avere la possibilità di studiare qualsiasi strategia. Credo che sia una questione di stile di guida, è quello che oggi fa la differenza. Ormai non penso al Mondiale, non è nelle mie mani”. Andrea Dovizioso così aveva commentato le problematiche della sua Ducati ad Aragon, sede del round del Mondiale 2020 di MotoGP, nel corso delle qualifiche.
Il 13° posto odierno in corsa a 22″222 dal vincitore Franco Morbidelli è l’evidenza di un feeling che non c’è. Ancora una volta le gomme, infatti, sono nemiche della moto di Borgo Panigale e soprattutto del forlivese. Le Michelin, infatti, continuano a essere un enigma per il pacchetto tutto italiano e anche se la matematica dà ancora delle speranze di conquista dell’iride, le prestazioni della GP20 non supportano. Attualmente sono 28 le lunghezze che separano Andrea dallo spagnolo Joan Mir, leader del campionato della classe regina, ma la sensazione per l’appunto che a Valencia e Portiamo, sedi dei round conclusivi di questo campionato serva una specie di miracolo.
La scuderia di Borgo Panigale, infatti, non ha trovato la chimica giusta e sicuramente questa mescola posteriore, che tanto sorride a Suzuki e Yamaha (in modo alterno), continua a essere indigesta alla moto italiana. In questo discorso, anche lo stile di guida di Dovizioso probabilmente non è il migliore per sfruttare il potenziale delle coperture francesi. Sipario per la Ducati? E’ finita quando è finita, ma serve un colpo di coda importante.
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giandomenico.tiseo@oasport.it
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Foto: LaPresse