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MotoGP, gara-2 ad Aragon: cosa può cambiare nel giro di una settimana. I precedenti di Jerez, Spielberg e Misano…

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In sede di presentazione del Mondiale MotoGP 2020 (post-lockdown), analizzando il calendario stilato in emergenza da Dorna, si pensava che i doppi Gran Premi da disputare sullo stesso tracciato potessero risultare noiosi e monotoni alla luce di una probabile riproposizione in gara-2 dei valori in campo emersi in occasione di gara-1. La pista ha però smentito tutti fino a questo momento, proponendo talvolta degli stravolgimenti di classifica inattesi da un weekend all’altro anche sul medesimo lay-out come abbiamo potuto vedere nell’ordine a Jerez de la Frontera (meno evidente), Spielberg e Misano. Vedremo se questa tendenza verrà confermata anche nel prossimo weekend ad Aragon, dove è previsto il secondo appuntamento consecutivo al MotorLand di Alcañiz.

In un Mondiale così pazzo ed equilibrato, in cui 15 piloti sono già saliti sul podio con 8 vincitori diversi in dieci gare, ogni singolo dettaglio può fare una differenza notevole per cambiare improvvisamente le gerarchie. La prima grande differenza che i team dovranno affrontare rispetto a gara-1 (denominata GP d’Aragon) riguarda l’orario d’inizio della corsa, previsto alle ore 12.00 invece delle 15.00. Un anticipo di tre ore che potrebbe risultare potenzialmente decisivo dal punto di vista delle temperature (specialmente dell’asfalto), favorendo sulla carta le Yamaha a discapito di Ducati e Suzuki. La casa di Iwata è infatti andata in difficoltà domenica scorsa sulla distanza di gara con un clima più mite dopo aver dominato sostanzialmente per tutto il fine settimana in condizioni più fredde.

Suzuki e Ducati hanno invece già dimostrato quest’anno e ad Aragon 1 di non soffrire particolarmente il caldo (al contrario di tutte le Yamaha, chi più chi meno), pagando invece dazio quando le temperature si abbassano nel tentativo di scaldare le gomme. Le previsioni meteo attuali per il weekend sono buone, ma al mattino l’asfalto sarà comunque abbastanza fresco mitigando di conseguenza la problematica di Quartararo, Vinales e Morbidelli legata al consumo degli pneumatici. Un secondo Gran Premio sullo stesso circuito permette inoltre a team e piloti di perfezionare il set-up della moto, favorendo un generale miglioramento cronometrico delle performance sia sul giro secco che sul passo gara.

Nei tre precedenti doubleheader andati in scena quest’anno, Takaaki Nakagami (5° nel Mondiale e ad Aragon 1) è stato sempre capace di alzare a dismisura l’asticella effettuando il passo avanti più netto del lotto dal primo al secondo weekend di gara. Il giapponese di Honda LCR sembra essere in grado di trovare il limite con maggiore ritardo rispetto alla concorrenza, raggiungendo quindi l’apice prestazionale del suo potenziale nell’ambito di gara-2. Lampanti in tal senso i suoi risultati in qualifica: 15° poi 8° a Jerez, 10° poi 2° a Spielberg, mentre a Misano è passato da un 14° (eliminato in Q1) ad un 12° posto in griglia. Da segnalare comunque uno step molto sensibile anche di domenica: 10° a Jerez 1 e 4° a Jerez 2, 9° a Misano 1 e 6° a Misano 2, mentre in Austria le bandiere rosse hanno falsato almeno in parte i risultati finali (al momento delle interruzioni era comunque 14° in gara-1 e 2° in gara-2).

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erik.nicolaysen@oasport.it

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Foto: Lapresse

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