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MotoGP, GP Francia 2020: Ducati in ripresa, bene anche Dovizioso. Ma per il Mondiale potrebbe essere tardi

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La Ducati archivia le qualifiche del Gran Premio di Francia con un sorriso. È vero, la pole position è stata ottenuta dalla Yamaha di Fabio Quartararo, ma ci sono due centauri della Casa di Borgo Panigale in prima fila (Jack Miller e Danilo Petrucci). Inoltre, ampliando lo sguardo, la quinta Ducati è nona in griglia! Questo denota come le GP20 (e la GP19 di Johann Zarco) godano di una “competitività di massa” che mancava da tempo.

Miller si propone come la principale alternativa a Quartararo nella corsa alla vittoria, in quanto ha fatto bene sia sul bagnato che sull’asciutto, dimostrando di poter essere un serio candidato quantomeno al podio. Lo stesso discorso vale per Petrucci, letteralmente trasfigurato in positivo da una pista che esalta le sue caratteristiche e dove si è sempre trovato molto bene, come testimoniato dai risultati del 2018 e del 2019. Pertanto Jackass e Petrux mirano a chiudere nei quartieri nobili nella giornata di domani, così come Andrea Dovizioso, il quale si è issato in seconda fila. Attenzione a non sottovalutare il trentaquattrenne forlivese, perché in stagione si era qualificato meglio solamente in occasione del GP d’Austria, dove ha vinto partendo dalla quarta casella. Al tempo stesso, nel GP di Spagna è salito sul podio scattando dalla settima posizione. Infine va rimarcato come Francesco Bagnaia sia migliorato di sessione in sessione, trovando finalmente la quadra del cerchio proprio quando più contava. Pecco ha pagato il fatto di aver dovuto usare un paio di gomme da tempo in Q1, senza poter effettuare due time attack nel Q2. Dunque il suo valore potrebbe anche essere superiore di quanto non suggerisca la terza fila.

Insomma, la Ducati domenica avrà tante frecce in faretra per puntare al bersaglio grosso. Chiaramente il GP di Francia sa tanto di “ultima spiaggia” nella corsa al Mondiale, ammesso che non sia già troppo tardi. Dovizioso e Miller pagano rispettivamente 24 e 33 punti a Quartararo, un distacco tutto sommato ancora recuperabile, soprattutto se il francese – apparso comunque in gran forma – dovesse concedere qualcosa. Inoltre non bisogna scordare che dopo Le Mans ci si trasferirà in Aragona, dove è previsto un double header. Nell’autodromo edificato alle porte di Alcañiz, Dovizioso è stato grande protagonista sia nel 2018 che nel 2019, quando invece la Yamaha ha costantemente sofferto. È vero, le gomme sono molto diverse in questo 2020, ma visti i precedenti non si può escludere una difficoltà della casa di Iwata nei prossimi due appuntamenti. Certo, se domani El Diablo dovesse allungare ulteriormente su Dovi, renderebbe comunque complicata un’eventuale rimonta.

Primo perché Quarataro sembra essersi lasciato alle spalle le difficoltà estive, riprendendosi il ruolo di favorito assoluto per il titolo. Secondo perché comunque Dovizioso soffre costantemente in qualifica, partendo perennemente ad handicap. Terzo perché non va dimenticata la variabile impazzita rappresentata dal Covid-19. Con i casi in aumento in molti Paesi europei, non si può escludere l’eventualità che il Mondiale si chiuda in anticipo. È notizia di queste ore come in Spagna, dove sono in programma quattro delle ultime cinque gare stagionali (dopo le due aragonesi, ci sarà il double header di Valencia), stiano venendo prese nuove misure restrittive. Anche in Portogallo, Paese dove è programmato l’atto conclusivo dell’annata 2020, la situazione non è rosea. Dunque bisogna giocoforza considerare a rischio il trittico di novembre (GP d’Europa, GP della Comunità Valenciana e GP di Portogallo). Chiaramente la speranza è quella di portare a termine regolarmente la stagione, ma purtroppo al momento non ci sono certezze e si naviga a vista. Banalmente, una chiusura anticipata favorirebbe chi è davanti e penalizzerebbe chi deve rimontare, proprio perché si ridurrebbero gli appuntamenti in programma e, di conseguenza, i punti a disposizione. Alla luce dell’attuale classifica iridata, sarebbe una complicazione in più per Ducati.

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Foto: Valerio Origo

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