MotoGP

MotoGP, GP Teruel 2020: Honda e Aragon, un feeling particolare. Nakagami e Alex Marquez mine vaganti in Spagna

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La Honda non è solo Marc Marquez. Ad Aragon la RC213V sembra aver trovato quel che mancava in termini di guidabilità e gestione dei cavalli: da moto difficilissima, a esemplare tra le migliori in termini di gestione. In un Mondiale 2020 di MotoGP anomalo non solo per il calendario, le gomme Michelin sono sempre di più l’ago della bilancia e a quanto pare a Tokyo, specie in termini di posteriore, hanno compiuto un grande passo in avanti. Lo si è visto in terra spagnola, nell’ultima gara andata in scena, quando Alex Marquez sembrava quasi aver assunto le sembianze del fratello maggiore Marc, alle spalle della Suzuki dei Alex Rins. Un secondo posto che bissa il terzo di Le Mans, ma su asciutto e non con l’intervento di Giove Pluvio. Lo spagnolo, da questo punto di vista, si è tolto una grande soddisfazione e la sensazione è che non sia frutto del caso.

Sì, perché, oggi nel corso delle prove libere del GP di Teruel, sempre sulla stessa pista, sia Alex (nel corso della FP1) che Nakagami nel corso della FP2 hanno fatto vedere ottime cose con i migliori crono delle due sessioni andate in scena e il nipponico il migliore della classifica combinata. Lucio Cecchinello ha motivi per cui sorridere, pensando alla velocità del suo attuale pilota e anche a quella del suo prossimo protetto, ovvero Marquez Jr.

Al di là di tutto, la Honda ha trovato la quadra, consentendo ai centauri di spingere piuttosto bene nei tratti guidati e contendendo alla Suzuki la palma di miglior moto in termini di percorrenza. Anche il buon Cal Crutchlow, terzo nel combinato, ha argomenti a sostegno di questa tesi. Pertanto Marc, da Cervera, può rallegrarsi di una moto che non pare più dispersa per l’assenza del suo alfiere principale. Di questo, dovranno preoccuparsi i rivali.

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Foto: LaPresse

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