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MotoGP, nella corsa al Mondiale Joan Mir è il più solido, Fabio Quartararo il più veloce. Per Andrea Dovizioso poche chance

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Il Gran Premio di Aragona di MotoGP si è risolto con un trionfo della Suzuki. Alex Rins ha vinto la gara, mentre Joan Mir ha preso il comando della classifica iridata grazie al suo terzo posto e alla contemporanea debacle di Fabio Quartararo, che non ha marcato neppure un punto. Le carte nella corsa al Mondiale 2020 si sono quindi rimescolate ancora una volta e la situazione è ingarbugliatissima. Algebra alla mano, sono quattro i piloti ancora in corsa per conquistare il titolo.

La fotografia perfetta di questa stagione surreale è rappresentata dal fatto che, dopo ben dieci Gran Premi, la graduatoria assoluta sia comandata da un centauro che non ha ancora vinto una gara! Parliamo, ovviamente, del già citato Mir, che si sta dimostrando il più costante in assoluto. Il ventitreenne maiorchino non avrà mai primeggiato, ma è il solo pilota a essere salito sul podio per cinque volte, quando nessun altro ha superato le tre presenze nella top-three. Al tempo stesso, lo spagnolo ha chiuso sette gare nelle prime cinque posizioni, mentre non vi sono altri uomini che possano vantare più di quattro ingressi nella top-five. Insomma, al momento Mir è indiscutibilmente il più solido.

In seconda posizione, con soli 6 punti di ritardo, c’è invece l’unico centauro capace di imporsi più di una volta. Si tratta di Fabio Quartararo, che dal canto suo ha raccolto tre successi, mentre nessun altro è ancora stato in grado di bissare una propria affermazione. Il francese, però, è soggetto ad alti e bassi estremi, poiché se non primeggia, fatica a stare nei quartieri nobili della classifica. Lo dimostra il fatto che, vittorie a parte, non abbia in carniere nessun altro podio e, soprattutto, sia entrato nelle prime sei posizioni solamente un’altra volta. Il ventunenne transalpino è indubbiamente il centauro più veloce del lotto (oltre ai tre successi, lo testimoniano anche le quattro pole position), però ogni qual volta si trova nella condizione di tirare il colpo del KO, manca clamorosamente il bersaglio. L’impressione è che il Mondiale dipenda da El Diablo, nel senso che quando trova un buon feeling con la moto, allora non ce n’è per nessuno; al contempo, però, se quelle sensazioni positive vengono meno, non riesce a difendersi e sprofonda. Insomma, parliamo di un pilota privo di mezze misure, da tutto o niente.

Mir e Quartararo, personaggi delle caratteristiche diametralmente opposte, sono comunque i più accreditati per il titolo. Perché, francamente, al momento Maverick Viñales appare un’imitazione del francese. Stessi alti e bassi del transalpino, con la differenza che i picchi di rendimento sono meno impressionanti, mentre le controprestazioni sono analoghe. Il venticinquenne spagnolo può essere considerato il terzo incomodo nella corsa iridata, in quanto resta mezzo passo indietro rispetto a The Miracle ed El Diablo, ponendosi comunque in agguato per il bersaglio grosso. D’altronde 12 punti di ritardo sono recuperabilissimi, soprattutto con qualche fiammata in stile Misano-2.

Infine c’è Andrea Dovizioso, il quale però sembra in corsa solo per la matematica. La candidatura al titolo dell’alfiere della Ducati fa acqua sin da inizio stagione, eppure resta sempre a galla. Merito, soprattutto, del fatto che la classifica generale sia corta e davvero poco profonda. Bisogna essere onesti e ammettere che, ora come ora, il trentaquattrenne italiano abbia davvero poche chance. Infatti, al di là dei 15 punti di ritardo da Mir, l’impressione è che Dovi non sia padrone del proprio destino, in quanto si trova perennemente a correre in difesa. Per vincere il Mondiale sarebbe necessario un autentico colpo di reni, grazie al quale il veterano forlivese possa crescere di rendimento, soprattutto in qualifica, dove invece paga perennemente dazio. Se Dovizioso dovesse alzare l’asticella, allora potrebbe diventare un serio pretendente al successo finale, altrimenti sarà destinato a concorrere per l’ennesimo piazzamento di prestigio in classifica generale.

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Foto: Origo Valerio

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