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Roland Garros 2020: Berrettini, una giornata no. Il bello del tennis di Ons Jabeur, Muguruza e un crollo verticale
Le giornate no capitano a tutti. Possono arrivare per i big, ancor più ne possono essere colpiti tutti gli altri giocatori di vertice del tennis mondiale, e di ragioni ce ne possono essere infinite. Oggi a Matteo Berrettini è capitata proprio una di quelle mattine, in cui tutto gira nel verso sbagliato.
Va chiarito un punto: questo non cancella in alcun modo i meriti di Daniel Altmaier, con il tedesco che ha dimostrato di meritare ben più del trovarsi fuori dai primi 150 del mondo (fatto dovuto anche a qualche infortunio di troppo). L’analisi, semmai, riguarda il fatto che il numero 8 del modo si sia semplicemente trovato a giocare, come da lui stesso ammesso, in una partita in cui nulla è girato nel verso giusto, ma lo avrebbe potuto iniziare a fare nel momento in cui avesse conquistato quel secondo set che non è mai arrivato, avendo subito il controbreak proprio quando era prossimo a farlo suo. Il suo anno, a livello Slam, si conclude con un secondo, un quarto e un terzo turno. Non il bilancio che forse avrebbe voluto, e ci si è messo anche qualche problema fisico di troppo, ma visto com’è andata la stagione (per tutti) il vero banco di prova diventerà il 2021. Ad oggi, la corsa verso le ATP Finals è più che aperta per il romano.
Andando a osservare il resto del tabellone maschile, posto che per Novak Djokovic non era certo il colombiano Daniel Elahi Galan il problema, e infatti sono bastate poco più di due ore (e una parvenza di interruzione per pioggia con relativa chiusura del tetto del Court Philippe Chatrier). Pochi gli spunti offerti da una giornata che ha offerto un paio di ritiri, quelli dello spagnolo Roberto Carballes Baena contro il bulgaro Grigor Dimitrov e dello sloveno Aljaz Bedene contro il greco Stefanos Tsitsipas, e due sole partite coi crismi del combattimento, l’una vinta da Pablo Carreno Busta nel derby spagnolo con Roberto Bautista Agut e l’altra dal russo Karen Khachanov, che lancia segnali importanti contro il cileno Cristian Garin e sarà il primo vero ostacolo per Djokovic. A proposito di Russia, c’è Andrey Rublev che sta trovando la forma cammin facendo, mentre l’ungherese Marton Fucsovics, in silenzio, ribalta il primo set con il brasiliano Thiago Monteiro e, di fatto, avverte Rublev stesso.
Molto maggiore il numero dei temi del tabellone femminile, a partire dalle tre teste di serie alte che si perdono per strada, per motivi diversi. La numero 8, bielorussa, Aryna Sabalenka è costretta a subire il bellissimo tennis della tunisina Ons Jabeur, che riscrive ancora la storia con i suoi primi ottavi Slam. A Parigi aveva vinto il torneo junior, ed è proprio questo il torneo dei suoi sogni. Per come sta, è vietato porre limiti ai suoi sogni, anche se il prossimo ostacolo prescinde dal fatto di non essere testa di serie solo per la difficoltà di incontrarla. Dell’americana Danielle Collins, infatti, ne sa qualcosa Garbine Muguruza: la spagnola è protagonista di una drammatica serata sul Court Philippe Chatrier, in cui va incontro a un clamoroso crollo verticale nel terzo set che stava dominando, prima di subire un parziale di 6 giochi a 1. Continua anche la corsa di Laura Siegemund, e la tedesca di certo non era attesa al ballo delle protagoniste, ma dopo l’episodio del doppio tocco nel primo turno contro Kiki Mladenovic ha probabilmente deciso di dimostrare che il suo tennis vale davvero, senza fermarsi di fronte a un singolo momento. Anche in questo caso c’è una giocatrice che cede di schianto, ed è la croata Petra Martic, numero 13 del tabellone, la cui stagione dopo il lockdown, pur buona, ha quel qualcosa di incompiuto. Quasi silenziosamente, va avanti Petra Kvitova, e se la ceca rimane a fari spenti, li accende l’americana Sofia Kenin. Successi in due set, diversi, ma che significano sempre ottavi. La semifinale tra di loro potrebbe anche arrivare, ma Jabeur potrebbe non essere d’accordo con la campionessa di Melbourne.
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federico.rossini@oasport.it
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Foto: LaPresse