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Roland Garros 2020, Jannik Sinner e la sfida contro Alexander Zverev: testa e dritto le carte vincenti dell’altoatesino

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Domani, nel secondo match in programma sul Suzanne Lenglen del Roland Garros 2020, Jannik Sinner disputerà il suo primo ottavo di finale a livello Slam. L’avversario è di quelli molto impegnativi, ovvero la testa di serie n.6 Alexander Zverev.

L’azzurrino, dopo aver sconfitto in serie e senza perdere un set il belga David Goffin, il francese Benjamin Bonzi e l’argentino Federico Coria, è atteso da una prova molto dura. Zverev, finalista agli US Open 2020, è tennista di grande livello e ha sicuramente più esperienza di lui sotto questo profilo. Inoltre, sulla terra rossa parigina, ha raggiunto risultati più che buoni nel suo passato, come dimostrano i due quarti di finali nel 2018 e nel 2019. Se dunque Sascha si dovesse esprimere ai suoi massimi livelli non ci sarebbe molto da fare per il Sinner attuale. Sul lato del rovescio e soprattutto al servizio il tedesco può essere devastante e fare la differenza su una superficie che richiede tanta energia e voglia di aggredire la palla.

Jannik però avrà dalla sua la voglia di vincere e di stupire. Sotto il profilo mentale, il nostro portacolori ha fatto vedere doti speciali e non a caso è il più giovane a raggiungere questo turno dopo Nole Djokovic nel 2006 (il primo classe 2001 a farlo). Pertanto, sul piano psicologico ci sono dei margini perché il teutonico, specie nel confronto del secondo turno contro il francese Herbert (vinto al quinto set), qualche crepa l’ha palesata. E su questo che l’italiano dovrà puntare, oltre che su un valore tecnico: il dritto.

Questo colpo, infatti, potrebbe essere l’ago della bilancia tra i due, essendo quello con cui entrambi fanno più fatica, ma con il quale Jannik è in grado di sviluppare maggior velocità di palla rispetto al suo avversario. Se il 19enne dovesse trovare continuità con questo fondamentale, sfruttando a proprio vantaggio la diagonale, allora si potrebbe assistere a un match equilibrato, aperto a ogni risultato. E’ evidente che tutti questi discorsi dipendano fortemente da quanta benzina ci sia nel “serbatoio” dei due giocatori, vista la necessità di esprimere un tennis molto fisico su una superficie particolarmente lenta. Domani avremo la risposta.

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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Foto: LaPresse

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