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Roland Garros 2020: Novak Djokovic contro Rafael Nadal, la finale che può scrivere pezzi diversi di storia
Novak Djokovic da una parte, Rafael Nadal dall’altra. Obiettivi: doppio Career Grand Slam e diciottesimo titolo nei quattro tornei maggiori per l’uno, aggancio a Roger Federer a quota 20 per l’altro, oltre che il raggiungimento di quota 13. Parigi, a giugno o a ottobre, è loro: la testa di serie numero 1 contro la numero 2.
https://www.oasport.it/2020/10/live-djokovic-nadal-finale-roland-garros-2020-in-diretta-la-sfida-piu-attesa-in-palio-il-record-di-slam/
I percorsi sono stati diversi per i due. Più lineare quello di Nadal, che non ha mai perso un set e solo Jannik Sinner è riuscito a impensierire realmente almeno per due parziali. Un po’ più tortuoso quello di Djokovic, che ha perso un set contro Pablo Carreno Busta nei quarti e due contro Stefanos Tsitsipas in una semifinale che potrebbe essere una cambiale pesante da pagare quando si tratta di rigiocare dopo due giorni e avere davanti l’uomo che ha fatto della terra rossa parigina un feudo.
Eppure, se c’è uno che può fermare il mancino di Manacor sul mattone tritato, quello è proprio l’attuale numero 1 del mondo, certo fra l’altro di guadagnare punti al termine del torneo, al contrario del suo avversario che è impossibilitato a farlo (e lo sarebbe stato anche in condizioni normali). Ed è un match ricco di significati per entrambi: Djokovic è stato il secondo a sconfiggere Nadal a Parigi (quarti di finale del 2015), ma ci ha perso un paio di finali molto sanguinose, una nel 2012 e l’altra nel 2014, con la seconda che lo vedeva partire più in alto a livello di possibilità di battere il suo rivale.
Una cosa è certa: questa finale, a differenza di quella del 2012, non potrà prolungarsi al lunedì, a causa della presenza del tetto sullo Chatrier e delle luci che impediscono, ad ogni modo, di dover fermare tutto proprio in un periodo, quello di ottobre, in cui le condizioni di illuminazione naturale sono ben diverse rispetto alle abitudini estive. Durante la giornata, ad ogni modo, non ci sono particolari possibilità di pioggia, ed è un fattore che certamente aiuta Nadal, anche se il freddo non l’ha propriamente gradito.
Sarà una giornata particolare, con pochissimi spettatori autorizzati a varcare le porte del Court Philippe Chatrier. Non vedremo le folle degli scorsi anni, non ci saranno tanti rituali cui i due giocatori ci avevano abituati nel passato, dentro o fuori da Parigi. Rimarrà, però, un tempio del tennis da conquistare, un’altra volta. In attesa che, l’anno prossimo, tutto torni al proprio posto anche a livello di calendario.
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federico.rossini@oasport.it
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Foto: LaPresse