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Rugby
Rugby Championship: il Sud Africa a un passo dalla rinuncia
Una Rugby Championship mutilata, senza il Sud Africa. L’ipotesi che fino a poche settimane fa sembrava solo tale, ora sta diventando sempre più reale. I campioni del mondo, infatti, non sono ancora partiti per l’Australia e il torneo downunder (che vede in campo anche Nuova Zelanda e Argentina, ndr.) rischia di perdere una delle sue protagoniste. Con riflessi importanti sia dal punto di vista sportivo sia economico.
L’emergenza Covid-19, infatti, ha colpito particolarmente il Sud Africa, con le squadre che hanno iniziato ad allenarsi solo da poche settimane e i giocatori che non sono ancora al 100%. Per questo motivo la Federazione sudafricana sta valutando la situazione e solo nelle prossime ore prenderà una decisione. Mandare, infatti, giocatori ancora non in forma a partecipare a un torneo impegnativo e duro come la Rugby Championship mette gli atleti a rischio infortunio ed è per questo che gli Springboks sono ancora fermi in Patria.
Il torneo inizierà il prossimo 7 novembre e, a differenza del solito, si disputerà nella “bolla” australiana. Questo è il secondo dubbio per la Saru, perché significa avere la squadra in trasferta per due mesi consecutivi e, come detto, una squadra in ritardo con la preparazione. La Sanzaar, però, sta facendo pressioni ai sudafricani per partire e partecipare, perché un forfait dei campioni del mondo avrebbe gravissime ripercussioni. Non solo sportive, ma soprattutto di immagine ed economiche, perché un torneo mutilato non ha il fascino di un “Four Nations” e, soprattutto, ci sarebbero sei partite in meno giocate, con un tracollo del valore commerciale dei diritti tv.
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“Siamo molto lontani in termini di forma fisica e preparazione alle partite rispetto ai Mondiali” ha dichiarato il capitano Siya Kolisi, ma la sua posizione si scontra anche con gli interessi economici della stessa federazione sudafricana. La partecipazione alla Rugby Championship, infatti, vale poco più di 15 milioni di euro e sono soldi fondamentali nelle casse di una federazione non ricca in questo periodo storico. Proprio la questione economica fa sperare che, alla fine, gli Springboks partano per l’Australia, con le discussioni di queste ore che servirebbero principalmente per abbassare le aspettative dei tifosi nei confronti di una squadra che, come ha detto Kolisi, è lontana parente di quella campione del mondo.
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Foto: LaPresse