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Rugby, Sei Nazioni: Italia, si prospetta un autunno di sofferenze

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È tornata in campo dopo mesi l’Italia di Franco Smith, ma il match di Dublino ha fatto rivedere la stessa squadra che dal 2015 a oggi non è riuscita a imporsi neanche una volta nel Sei Nazioni e contro l’Irlanda gli azzurri hanno evidenziato gli stessi problemi visti a febbraio.

Il primo, e più evidente, limite dell’Italrugby in vista della sfida contro l’Inghilterra sabato prossimo e dell’Autumn Nations Cup è sui punti d’incontro. I breakdown hanno visto l’Irlanda dominare, con i padroni di casa che controllavano senza difficoltà il possesso palla in ruck, mentre quando era l’Italia ad attaccare gli irlandesi hanno forzato una marea infinita di palle perse (11 a fine partita). Un limite già visto a inizio anno, ma che sabato a Dublino è stato al limite dell’imbarazzante.

Ma non solo, perché se in difesa ancora una volta sono stati troppi i blackout e, di conseguenza, i placcaggi mancati (25 in tutto, con una percentuale di placcaggi riusciti di solo l’85%). Palla in mano, invece, sono state tre le touche perse, mentre nel gioco aperto l’Italia non è quasi mai riuscita a trovarsi sul piede avanzante (4 placcaggi rotti contro i 10 irlandesi) e ha mostrato di avere le idee poco chiare su come imbastire un’azione d’attacco.

Il risultato è stato il 50-17 finale, ma soprattutto il fatto che le due mete azzurre sono arrivate da un intercetto (Padovani) e da un’invenzione individuale a tempo ormai ampiamente scaduto (Garbisi). Insomma, l’Italia palla in mano non si è mai resta pericolosa e la sfida contro l’Inghilterra a Roma si prospetta anche più dura di quella di sabato. L’Italia deve cambiare marcia, ma è difficile immaginare che Franco Smith abbia una bacchetta magica e trovi la quadra di una squadra allo sbando da tempo in pochi giorni. E anche i match autunnali rischiano di essere una sofferenza continua.

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duccio.fumero@oasport.it

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Foto: LaPresse

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