Sci di fondo

Sci di fondo, siamo alla pazzia. La Fis approva una regola sportivamente iniqua e discriminatoria

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Nel mese di maggio la Fis aveva annunciato una proposta a dir poco inquietante, ovvero quella di assegnare punti di Coppa del Mondo agli atleti anche nelle prove a squadre (staffette e team sprint) in base al piazzamento finale del team di cui fanno parte. L’idea era talmente assurda da far pensare a una boutade, magari figlia di un volo pindarico effettuato durante le lunghe settimane di isolamento causato dal lockdown. Si era convinti che, nel momento delle decisioni irrevocabili, prevalessero serietà e buonsenso. Invece, evidentemente, entrambe le qualità hanno abbandonato il comitato Fis dedicato allo sci di fondo, che oggi ha approvato definitivamente la proposta. Dunque, a partire dalla stagione ormai alle porte, tutte le prove a squadre assegneranno punti per la classifica generale. Inoltre le staffette verranno considerate nella graduatoria distance, mentre le gare a coppie nella Coppa di specialità della sprint.

La novità, partorita per incentivare la partecipazione alle prove a squadre degli atleti più forti allo scopo di renderle più appetibili televisivamente, rappresenta una delle regole più sportivamente inique di sempre. Infatti, nelle staffette e nelle team sprint, i fondisti  non otterranno punti in relazione alla loro performance, bensì a seconda dei compagni di squadra che si ritroveranno! Pertanto due atleti di pari valore, ma appartenenti a nazioni di differente caratura, vedrebbero modificate le loro chance di lottare per la classifica generale esclusivamente in base al loro passaporto.

Dal 2020-21 uomini e donne di primissimo piano nati in Paesi privi di un movimento profondo saranno oltremodo penalizzati. I vari Federico Pellegrino, Iivo Niskanen e Lucas Chanavat si troveranno ad avere un handicap nei confronti dei norvegesi o dei russi che, in caso di arrivo in volata in una classifica generale o di specialità, rischia di fare la differenza in negativo.

Un esempio concreto? Durante il 2019-2020 la slovena Anamarija Lampic ha dato battaglia a una pletora di svedesi per la conquista della Coppa sprint. Se le prove a coppie avessero assegnato punti per la classifica di specialità, la venticinquenne di Kranj non avrebbe avuto modo di combattere le scandinave, la cui forza si sarebbe sommata nelle gare a squadre dove, tra l’altro, la Svezia ha sempre piazzato due coppie sul podio. Questo significa che da oggi attrici non protagoniste potrebbero aiutare le connazionali più forti a fare il vuoto, a discapito di chi, come Lampic, ha l’unica “colpa” di non essere nata in un Paese con un movimento numericamente ricco. È sufficiente questo esempio per spiegare l’iniquità assoluta della nuova regola, che andrebbe a tutto vantaggio delle nazioni più forti a discapito delle eccellenze dei movimenti meno numerosi.

Peraltro anche una superpotenza come la Norvegia potrebbe trovarsi penalizzata. Guardando sempre al settore sprinter femminile, si pensi alla situazione di Maiken Caspersen Falla. Attualmente la trentenne dell’Akershus è l’unica norge in grado di essere costantemente competitiva ad altissimo livello. Dunque anche lei si troverebbe a fronteggiare un handicap, poiché la fortissima squadra svedese avrebbe molta più “potenza di fuoco” da mettere in campo nelle team sprint. Insomma, l’ingiustizia dell’idea è lampante, poiché rappresenta un’autentica discriminazione sulla base del passaporto. In altre parole, va contro qualsiasi principio sportivo passato, presente e futuro.

Abbiamo spiegato con dovizia di particolari perché assegnare punti di Coppa del Mondo individuali nelle prove a squadre sia sportivamente iniquo, a tratti paradossale e soprattutto discriminatorio. Non è ancora dato a sapersi quanti punti varranno una vittoria in staffetta o nella team sprint, ma di certo c’è che oramai il prodotto “sci di fondo” è diventato indifendibile. Si può immaginare una Coppa del Mondo assegnata in volata non sulla base del reale valore di un atleta, bensì su quello dei suoi connazionali? Evidentemente sì, perché questo è quello che rischia di succedere a partire da oggi.

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Foto: Fisi Pentaphoto

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