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Vuelta a España 2020: Chris Froome al passo d’addio con la Ineos. Un ultimo sussulto prima dell’approdo alla Israel

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La Vuelta a España 2020 sta per aprire i battenti a Irun, Paesi Baschi, per eleggere l’erede di Primoz Roglic, vincitore nel 2019. Lo sloveno della Jumbo-Visma è nuovamente presente in terra iberica per difendere la maglia rossa conquistata lo scorso anno; in molti danno come primo avversario il compagno di squadra Tom Dumoulin, ma non possiamo non inserire nel novero dei favoriti, anche solo per la sua storia ciclistica, Chris Froome.

Il britannico è agli sgoccioli della sua avventura con la Ineos Grenadiers, prima Team Sky: una storia d’amore durata dieci anni, iniziata da semisconosciuto proveniente dalla Barloworld designato come scudiero di Bradley Wiggins, ma che sin dal 2011 fa emergere tutte le sue qualità in salita, scortando il suo leader alla maglia gialla del 2012 (ma in alcuni casi con l’impressione che potesse staccarlo facilmente in salita) e superandolo nella Vuelta 2011 al secondo posto, poi valido per la vittoria finale dopo la squalifica del vincitore Juan José Cobo. La carriera di Froome parla per lui: quattro Tour de France, un Giro d’Italia che sembrava impossibile a pochi giorni dal traguardo nel 2018, e due Vuelta, entrando a far parte del novero dei sette campioni ad aver vinto tutti e tre i Grandi Giri. A luglio però lo scalatore nato a Nairobi ha annunciato l’addio, firmando con l’ambiziosa Israel Start-Up Nation di Sylvain Adam.

Un addio in cui non sono volati stracci, almeno in apparenza. Il suo (ancora per poco) direttore tecnico Carsten Jeppesen dubitava di una sua possibilità di vittoria al Tour (a cui poi non ha partecipato) in un’intervista alla televisione danese Tv2. Non solo per i 35 anni, ma anche ricordando il bruttissimo infortunio del Delfinato 2019. Finora i risultati non concorrono in favore del plurivittorioso Froome: dal ritorno in sella in questo 2020, il suo miglior piazzamento è un trentasettesimo posto nella generale del La Route d’Occitanie in agosto. Nell’ultima Tirreno-Adriatico non è parso minimamente in condizione, arrivando novantunesimo a più di un’ora di Simon Yates, la sua ultima corsa risale ad un ritiro alla Liegi-Bastogne-Liegi. Lo stesso Froome sembrava però consapevole di non essere in forma nell’ultimo mese, mettendosi al servizio dei compagni durante la corsa italiana e annunciando un ritiro di due settimane d’altura in vista della Vuelta. In cui sarà presente anche Richard Carapaz, vincitore del Giro d’Italia 2019 che sembra quasi una ‘polizza d’assicurazione’ in caso di mancanza di forma del britannico. Capace però di far ingoiare il rospo a chiunque non creda in lui: due anni fa ribaltava il Giro con una bellissima azione solitaria sul Colle delle Finestre arrivando a braccia alzate all’arrivo e facendo sua la corsa rosa nonostante pochi giorni prima fosse fuori dalla Top 10. Ora la Vuelta a España, dove arriva come un punto interrogativo. Il suo obiettivo sarà quello di trasformare quell’interrogativo in esclamativo, e dimostrare a tutti, Ineos in primis, che vuole e può ancora essere quel magnifico corridore capace di vincere sette Grandi Giri.

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Foto: Lapresse

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