Ciclismo
Vuelta a España 2020, i prossimi due arrivi in salita saranno decisivi. Domenica il terribile Angliru
Una Vuelta a España 2020 ricca di emozioni e sempre più equilibrata. In quest’anno molto particolare con il calendario rivoluzionato a causa del virus non è mancato lo spettacolo nelle grandi corse a tappe, con il Tour de France ed il Giro d’Italia che si sono andati a decidere proprio in occasione della cronometro finale. Non ci sarà una prova contro il tempo a chiudere la gara iberica, ma in ogni caso anche qui il tutto potrebbe restare aperto fino alle ultime frazioni.
Nel frattempo però c’è attesa nel concludere questa seconda settimana, con un week-end da brividi. Due arrivi in salita che possono scombinare del tutto la classifica generale che al momento vede Primoz Roglic al comando a pari tempo con Richard Carapaz. I distacchi, nella dodicesima e nella tredicesima tappa, non dovrebbero mancare. Si comincia domani: quattro GPM di prima categoria e l’arrivo in vetta all’Alto de la Farrapona. Ben 16,5 chilometri al 6,2%. La prima parte è abbastanza dolce, per poi inerpicarsi al 12% nei 4000 metri conclusivi infiniti e senza respiro. Da segnalare anche le ascese precedenti che sicuramente si faranno sentire nelle gambe dei corridori.
La fatica di sabato poi si ripercuoterà su domenica. Una delle frazioni più attese dell’intera Vuelta: da La Pola Llaviana all’Alto de Angliru. Saranno solamente 109 chilometri da percorrere, ma con ben cinque salite delle quali l’ultima fa paura solamente al pensiero di affrontarla. 12,4 chilometri al 10%, ma con i primi dalla pendenza piuttosto leggera, che andrà a salire ininterrottamente sul finale (punte che arriveranno anche al 24%). Una montagna mostruosa, paragonabile al nostro Zoncolan.
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gianluca.bruno@oasport.it
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Foto: Lapresse