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Angelo Ogbonna, il salto dal calcio italiano a quello inglese

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Un salto di qualità a tutti gli effetti, anche perché “Londra è una citta, alla fine, molto internazionale”, in cui si trova benissimo. Le parole, rilasciate nel corso di un’approfondita intervista rilasciata a L’insider, sono di Angelo Ogbonna, difensore della Nazionale Italiana che sta trovando la consacrazione definitiva in Premier League, con la maglia del West Ham, dopo aver vestito la maglia del Torino e della Juventus nella massima serie italiana.

Ritrovare quella Nazionale che potrebbe, a giugno del prossimo anno, essere in lizza per vincere l’Europeo: è quello che si augurano tutti gli appassionati di scommesse calcio che stanno già cominciando a puntare sugli azzurri guidati da Roberto Mancini in vista della manifestazione continentale, particolarmente attesa dopo il rinvio della scorsa estate per colpa del Coronavirus.

Gli effetti della pandemia anche sul calcio inglese

Sotto il profilo psicologico, secondo Ogbonna, il Coronavirus non si sta facendo sentire tantissimo, almeno non quanto sta avvenendo dal punto di vista fisico. Sì, perché il fatto di dover giocare con una frequenza impressionante pari a ogni tre giorni, sta mettendo duramente alla prova il fisico degli stessi calciatori, che fanno una gran fatica a disputare tutte queste partite in serie.

Più che altro, il problema è a livello delle performance assicurate sul campo. La Premier League, poi, è uno di quei campionati dove non ci si ferma davvero mai. Nemmeno nel corso del periodo natalizio, dove il calendario inglese è, se vogliamo, ancora più ricco rispetto a quanto avviene normalmente, con diverse giornate in cui la suddivisione dei vari match avviene da fine mattina fino alla sera.

In una stagione molto strana e particolare, è da tener conto questo aspetto della stanchezza fisica anche perché, proprio alla fine del campionato, ci sarà subito da disputare l’Europeo, rinviato al prossimo mese di giugno. E, inoltre, nel 2022, ci sarà pure il Mondiale: insomma, difficile pensare di non inserire delle piccole pause, prima o dopo, altrimenti gli infortuni potrebbero moltiplicarsi a vista d’occhio.

Giocare negli stadi vuoti? I giocatori avvertono tanto la differenza!

Se fino a qualche mese fa poteva avere un senso l’espressione “il vantaggio di giocare in casa”, al giorno d’oggi è piuttosto superata, dal momento che il Coronavirus ha letteralmente annullato questo aspetto. Una differenza che si fa sempre più sentire anche in Premier League, dove gli stadi sono sempre stati particolarmente caldi e in cui la presenza del pubblico si avverte e non poco.

La conseguenza principale per un giocatore è quella di scendere in campo in uno stadio completamente vuoto. Per tutti quei calciatori che trovano gli stimoli principali proprio nel supporto che arriva dai tifosi, è sicuramente un periodo delicato, anche perché probabilmente non riescono ad avere lo stesso rendimento come se giocassero in uno stadio stracolmo di tifosi. A volte, infatti, le grandi prestazioni derivano proprio dal fatto di poter contare sul supporto della gente, di ricevere quella spinta emotiva che porta anche a superare i propri limiti.

I tifosi, non a caso, sono considerati da sempre l’uomo in più. Angelo Ogbonna, poi, approfondisce un aspetto molto interessante, ovvero quale sia lo stadio più bello della Premier League. Secondo l’ex difensore della Juve, quello di Anfield è veramente bellissimo, così come anche l’atmosfera che si vive all’interno dello stadio del Tottenham è bella e coinvolgente, ma ovviamente, quello di casa, del West Ham, riesce a trasmettere delle emozioni più uniche che rare.

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