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Boxe, chi è Patrick Kinigamazi: l’avversario di Michael Magnesi sulla strada della cintura mondiale

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Patrick Kinigamazi, stavolta, ci sarà. Lo vedremo contro Michael Magnesi di venerdì, e non di sabato, per continuare nel suo percorso che lo ha portato dal suo Ruanda alla Svizzera, rendendo così piuttosto particolare il suo percorso nella boxe mondiale.

Kinigamazi è nato il 2 marzo 1983. Soprannominato King Kini, si è trasferito in Svizzera, dopo il tempo del genocidio che devastò il suo Paese di origine in quella che è una delle pagine più terribili dell’intera storia africana. Il luogo dove è andato a ripartire è Thonex, nel Cantone di Ginevra.

Il suo debutto da professionista è avvenuto nel 2006 contro il locale Rocco Cipriano, sconfitto per KOT alla Salle des Fetes di Carouge. Nonostante in questo caso avesse vinto entro il limite, Kinigamazi non è mai stato pugile da KO, preferendo invece arrivare fino alla fine. Non è un caso che, delle sue 32 vittorie, solo 4 siano arrivate per KO, così come non è un caso che, alla vigilia, abbia schernito Magnesi in questo modo: “La sola possibilità che ha di battermi è che riceva la vittoria su un piatto d’argento dai tre giudici italiani, ma se vogliamo parlare solo di boxe non può battermi“.

Dopo aver vinto il titolo nazionale dei piuma contro il bernese Martino Ciano nel 2007, si è iniziato a concedere qualche viaggio all’estero, ed è in Francia che ha sconfitto nel 2009 l’americano Mario Hayes. Dopo cinque anni di sole vittorie, nel 2011 è arrivata la prima sconfitta, contro un pugile più che valido: Guillaume Frenois, a sua volta diventato Campione del mondo IBF dei superpiuma nel 2019 e ancor oggi imbattuto dopo 23 combattimenti. L’altra sconfitta è quella contro Sebastien Cornu, anche lui francese e inattivo dal 2015.

La scalata è iniziata nel 2016: titolo africano contro il congolese Clark Telamanou, poi la sua Thonex e Ginevra come feudi per vincere tutti i titoli iridati WBF dei superpiuma: sono caduti sotto i suoi colpi l’argentino Juan Josè Farias, l’ungherese Robert Laki, il nicaraguense Ramiro Blanco, il britannico Jordan McCorry e il sudafricano Bongani Mahlangu. Magnesi, però, dice di lui: “Patrick è molto ottimista. Pensa di arrivare ai punti, ma non ha capito che il match finirà prima del limite“.

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federico.rossini@oasport.it

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Foto: katatonia82 / Shutterstock.com

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