Ciclismo
Ciclismo, Fabio Aru: “Non cerco soldi, ma un progetto. Il Giro d’Italia mi manca”
Il futuro di Fabio Aru è ancora tutto da scrivere, le voci che circolano sono molteplici e lo stesso ciclista ha voluto chiarire un po’ la situazione durante la trasmissione Radiocorsa andata in onda su RaiSport: “Io so bene. Mi è capitato di leggere tante cose, potrei scrivere un libro in due mesi su quanto cose si sono dette su di me. Le cose sono andate un po’ così in questi ultimi anni. Cosa non rifarei? Non ascolterei tante persone che ho ascoltato: quando fai dei buoni risultati tutti ti vogliono dare dei consigli e bisogna ascoltarne solo alcuni. Quando vinci hai 20-30 cugini, 10 fratelli, genitori dappertutto e invece quando le cose non vanno benissimo tanti ti voltano le spalle, ti criticano, ma così è la vita“.
Il Cavaliere dei Quattro Mori si è soffermato sul suo 2021, anche se non ha ancora svelato per quale squadra correrà: “Non è una questione economica, ma di progetto e di programmazione. Deve esserci un cambiamento. A livello economico il ciclismo ha risentito parecchio di questa situazione. Mi sono voluto prendere tutto il tempo necessario. Io mi sono sempre allenato, sono sempre andato in bicicletta. Mi sono sempre tenuto in forma e non manca tanto, a giorni si saprà qualcosa in più“.
Il 30enne si è dilungato anche sui possibili obiettivi: “Il Giro d’Italia mi manca, negli ultimi anni ho partecipato al Tour de France. Sarebbe bello fare il Giro e qualche corsa in più in Italia. Vini Zabù? Non mi espongo, si verrà a sapere nei prossimi giorni. La voglia c’è sempre stata, logicamente prendere legnate può essere costruttivo una volta, ma poi 2-3-4-5 fanno male. Negli ultimi mesi ho passato un periodo non troppo bello e anche per questo ho preferito fermarmi un pochino e staccare dal mondo del ciclismo, anche se mi tengo sempre documentato. La voglia non è un problema, bisogna ritrovare il feeling con delle buone prestazioni“.
Si era vociferato anche di un impegno nel ciclocross: “Se avessi la possibilità di fare qualche gara di livello non troppo elevato mi piacerebbe, a fine dicembre e inizio gennaio. Mi piaceva tanto come disciplina“.
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Foto: Valerio Origo