Ciclismo
Ciclismo, Vincenzo Nibali e Chris Froome: gli ultimi grandi degli anni ’10 che meditano il riscatto nel 2021
Il 2020 è stata la stagione più deludente per Vincenzo Nibali e Chris Froome da oltre dieci anni a questa parte. Lo Squalo dello Stretto, prima dello stop dovuto alla pandemia, era partito bene e si era reso protagonista di un’ottima Parigi-Nizza, conclusa al quarto posto. Il messinese, però, alla ripresa delle competizioni non ha più ritrovato quel colpo di pedale e non è riuscito a essere competitivo né per il successo del Giro di Lombardia né per quello del Giro d’Italia. Il siciliano ha raccolto diversi bei piazzamenti, ma non è mai stato in grado di lottare per il trionfo nelle competizioni a cui ha preso parte. Per la prima volta dal 2011 a oggi, Vincenzo non ha conquistato nemmeno una vittoria durante l’annata.
A Froome è andata ancora peggio. Il britannico, di ritorno dal bruttissimo infortunio di cui era stato vittima al Giro del Delfinato 2019, aveva iniziato la stagione con la speranza di crescere pian piano fino a ritrovare lo smalto dei giorni migliori. Tuttavia, né prima né dopo la sosta ha mai dato l’idea di fare realmente dei passi in avanti. Froome è stato escluso all’ultimo dalla selezione della Ineos per il Tour poiché non dava garanzie di poter svolgere non solo un ruolo di punta, ma nemmeno di gregario per Bernal. Il quattro volte vincitore della Grande Boucle è stato dirottato sulla Vuelta, ma nemmeno qui è mai riuscito a lanciare segnali incoraggianti. Richard Carapaz, che ha concluso il grande giro spagnolo al secondo posto, avrebbe tanto avuto bisogno di un compagno capace di aiutarlo in montagna, ma Froome non ha mai trovato la condizione necessaria per supportare l’ecuadoriano nelle fasi calde della manifestazione.
Per entrambi il 2021 sarà una stagione chiave, ma i due sono in situazioni diametralmente opposte. Nibali è al secondo anno di contratto con la Trek-Segafredo, se anche non riuscisse a fare un salto di qualità rispetto al 2020, resterebbe comunque un corridore capace di arrivare nei primi dieci in classiche e grandi giri. Lo Squalo dello Stretto inizierà l’annata che verrà prima di tutto con l’obiettivo di capire quanto ancora può dare al ciclismo. Froome, al contrario, l’anno prossimo comincerà la sua avventura con la Israel-Start Up con la quale ha firmato un contratto triennale ricchissimo. Il britannico, giocoforza, deve assolutamente cambiare marcia rispetto al 2020, poiché il sodalizio israeliano ha fatto un investimento importantissimo su di lui. Se il Kenyano Bianco non riuscisse a tornare un atleta capace di competere per i traguardi più prestigiosi, la sua firma, da parte della Israel, verrà ricordata come una delle peggiori mosse di mercato nella storia delle due ruote.
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luca.saugo@oasport.it
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Foto: Lapresse