Formula 1

F1, Ferrari, che anno nero! Arriva la pioggia a rovinare tutto: problemi di grip e non solo

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La Ferrari esce dalle qualifiche del Gran Premio di Turchia con le ossa rotte, soprattutto alla luce delle premesse poste dalle prove libere di venerdì, durante le quali le Rosse erano apparse decisamente più competitive del solito. Infatti sul particolare asfalto dell’Istanbul Park, dove il catrame appena steso non fornisce alcun genere di aderenza, le vetture di Maranello avevano frequentato costantemente i quartieri nobili della classifica. Oggi, invece, nel momento di stabilire la griglia di partenza, il Cavallino Rampante è annegato. Domani Sebastian Vettel scatterà dalla dodicesima casella, mentre Charles Leclerc partirà addirittura quattordicesimo. Le ragioni di questa debacle sono multiple.

Innanzitutto bisogna sottolineare come la pioggia sia nemica della SF1000, la quale già non è un fulmine di guerra in condizioni normali. In particolare, i piloti hanno riscontrato grossissime difficoltà a mandare in temperatura gli pneumatici ed è stata questa la principale causa del crollo prestazionale riscontrato dalla Ferrari. Neppure i diretti interessati sembrano in grado di dare una spiegazione certa in merito al perché questo sia accaduto, ma a sentire le parole di Vettel, Leclerc e del direttore sportivo Laurent Mekies, la meteoropatia della monoposto ha colpito ancora.

La Rossa di questo 2020 ha già palesato improvvisi cambiamenti di competitività “a volte in meglio, altre in peggio” come ha giustamente sottolineato il DS ferrarista. Oggi, evidentemente, l’imprevedibilità ha colpito in negativo. La SF1000 soffre gli sbalzi di temperatura. Quando la pista è troppo fredda va totalmente in crisi, perché non riesce a mandare in temperatura le gomme, proprio come è avvenuto nelle qualifiche turche. Inoltre, leggendo tra le righe delle dichiarazioni rilasciate dai piloti e da Mekies, si può ragionevolmente ipotizzare che il disastro odierno sia stato innescato anche da un’altra dinamica.

È verosimile pensare che la Ferrari abbia puntato tutto su una gara asciutta, regolando di conseguenza l’assetto della sua monoposto, la quale ha reagito ancora peggio del previsto alle condizioni nemiche. Il divario nella velocità di punta con la Red Bull è infatti mostruoso (20 km/h) e non può essere spiegato solo con le difficoltà nel mandare in temperatura le gomme unite ai risaputi limiti della SF1000. Insomma, forse non si è voluto scendere a compromessi e si è deciso di andare all-in sul bel tempo. Se fosse così, si tratta di una scelta che non può essere biasimata. Ieri la Scuderia di Maranello era piaciuta e, in questo momento storico, giocare in difesa non ha alcun senso. Meglio rischiare, a costo di incappare in una controprestazione, come accaduto questo pomeriggio. Non è certo la prima del 2020, ma stavolta Giove Pluvio ci ha messo lo zampino.

Dunque bisogna sperare che domenica non piova, altrimenti ci sarà il rischio di naufragare nuovamente. Non che cambi granché a questo punto di una stagione disgraziata (fortunatamente prossima al termine), però il sabato turco è stato a tutti gli effetti una giornata nera e quanto visto oggi non rispecchia il reale valore della Ferrari all’Istanbul Park (almeno quando si corre sull’asciutto). Domani la Scuderia di Maranello può valere sicuramente molto di più di quanto visto oggi, a patto che il Sole dia una mano.

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Foto: La Presse

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