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F1, Ferrari finalmente aggressiva. Le scelte tattiche hanno pagato: buoni segnali in vista del 2021

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La Ferrari archivia il Gran Premio di Turchia 2020 gonfiando il petto. Innanzitutto perché quest’anno non era mai capitato di vedere due Rosse nelle prime quattro posizioni. Inoltre, e soprattutto, è la prima volta in cui il podio viene conquistato sul campo, senza dover ringraziare circostanze fortunate. Charles Leclerc si è reso protagonista di una gara fantastica, rimontando come una furia sino a sfiorare la piazza d’onore. Il monegasco si è invece dovuto accontentare del quarto posto a causa del “lungo” all’ultima curva, quando era in piena bagarre con Sergio Perez. Verrebbe quasi da dire “meglio così”, perché l’accaduto ha permesso a Sebastian Vettel, per una volta autore di una prova maiuscola, di guadagnare la terza piazza e di salutare la Scuderia con un podio anche nella sua ultima stagione a Maranello.

Al di là del risultato finale, ciò che oggi è piaciuto maggiormente del Cavallino Rampante è stata la capacità di reagire dopo il sabato disastroso. Anziché restare al tappeto, come troppo spesso accaduto negli ultimi mesi, la Ferrari ha risposto con furia al montante incassato nella giornata di ieri. Al riguardo ci sarebbe da riflettere, perché si era ipotizzato che si fosse puntato tutto su un assetto da asciutto, ma questa teoria non è stata corroborata dai fatti, in quanto oggi la SF1000 ha cambiato completamente connotati, mostrando un passo sorprendente sull’acqua. Qualunque cosa sia successa in qualifica, di sicuro è venuta meno dal tramonto all’alba, confermando l’assoluta imprevedibilità di questa monoposto, che tuttavia testimonia di essere cresciuta nelle ultime settimane.

Solo un paio di mesi fa, infatti, mai si sarebbe pensato di vedere le Rosse capaci di chiudere terza e quarta partendo dall’undicesima e dodicesima casella. Oggi, invece, è successo per davvero, segno di come il Reparto Corse sia riuscito a trovare il bandolo della matassa tecnica seguendo la politica dello step-by-step. Portare piccoli aggiornamenti di gara in gara, allo scopo di capire se la direzione intrapresa era quella corretta, ha dato i frutti sperati, consentendo alla Scuderia di Maranello di tornare a essere una front runner. Intendiamoci, siamo ancora lontani da una Ferrari vincente, ma tanti indizi fanno ormai una prova ed è evidente come si possa guardare al futuro con fiducia, consci del fatto che si stia concretamente risalendo la china e che l’ora più buia sia ormai passata.

In particolare bisogna sottolineare come quest’oggi abbia tutto funzionato per il verso giusto, compresa la strategia. Troppo spesso le scelte del muretto si sono rivelate errate. Al contrario, nella giornata odierna le mosse tattiche sono state puntuali. Con Leclerc non si è sbagliato nulla, perché la decisione di azzardare per primi le intermedie si è rivelata corretta, così come è stato giusto effettuare un nuovo pit-stop con le stesse coperture nel corso della gara, fatto che ha consentito al monegasco di realizzare un mega-undercut. Non a caso il ventitreenne del Principato ha sfiorato il secondo posto pur partendo per dodicesimo. La strategia è stata copiata su Vettel, il quale però non ha trovato lo stesso feeling del compagno di squadra con il secondo treno di intermedie. Il tedesco ha rivelato che con il senno di poi avrebbe scelto di rischiare persino le slick, ma probabilmente sarebbe stata una mossa davvero troppo azzardata.

Insomma, dopo aver letteralmente toccato il fondo tra Spa-Francorchamps e Monza, il Cavallino Rampante appare aver imboccato il sentiero giusto per tornare dove gli compete, ovvero nelle posizioni di vertice. Sarà interessante capire quali saranno le prestazioni della SF1000 in Bahrain, soprattutto sul cosiddetto “circuito esterno”, pista che si annuncia davvero nemica. Probabilmente si dovrà mirare a contenere i danni, ma l’impressione è che si possa concretamente tirare un sospiro di sollievo in ottica 2021, quando si spera che le prestazioni come quella odierna possano rappresentare la normalità.

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Foto: La Presse

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