Formula 1

F1, Lewis Hamilton: “Mai pensato di lasciare la Mercedes. Esistiamo per vincere. Il tetto sugli stipendi…”

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Lewis Hamilton si è laureato Campione del Mondo per la settima volta in carriera. Il britannico ha conquistato il titolo iridato un paio di settimane fa, grazie alla bellissima vittoria ottenuta nel GP di Turchia, scombussolato dalla pioggia e dal poco grip dell’asfalto di Istanbul. Il pilota della Mercedes ha così eguagliato lo storico record di Michael Schumacher e vuole continuare a giganteggiare in Formula Uno, già a partire dal GP del Bahrain 2020, terzultima tappa del Mondiale F1 che andrà in scena nel weekend sul circuito del Sakhir. Il 35enne ha vinto gli ultimi quattro Gran Premi, in questa stagione è salito sul gradino più alto del podio in ben 10 occasioni sulle quattordici gare disputate e punta al pokerissimo di fila su una pista in cui si è già imposto tre volte in carriera (2014, 2015, 2019).

Lewis Hamilton sarà chiamato ad affrontare il compagno di squadra Valtteri Bottas e la Red Bull di Max Verstappen nel corso di questo fine settimana. Nel corso della consueta conferenza stampa della vigilia, il Campione del Mondo è tornato a parlare delle voci riguardo a un suo addio alla Mercedes e dei contatti con la Ferrari: “Per prima cosa non sono mai stato vicino a lasciare la mia squadra. Credo che sia giusto che un pilota, ma in generale qualsiasi persona, quando valuta la prossima fase della carriera debba analizzare tutte le opzioni. Non so se il nostro tempismo fosse o meno allineato… semplicemente non era destinato ad accadere e non ne sono infastidito. Sono orgoglioso e grato per il viaggio che ho fatto con Mercedes, ancora una volta penso che questa sia l’unica squadra nella storia di questo sport in cui ti senti davvero un membro della famiglia. Ci sono tanti grandi professionisti che sono stati qui tutta la vita, diventando una parte del marchio Mercedes, sei una parte dell’evoluzione e ti includono nella famiglia per sempre. La lealtà – che ho anche tatuato – è un valore molto, molto importante per me”.

Il britannico non nasconde la sua voglia di vincere: “Penso che questo sia ciò per cui esistiamo, altrimenti perché saremmo qui? Questo è ciò per cui lavoriamo, questo è ciò per cui lavora ogni singola persona che è tornata alla sua occupazione durante quest’anno molto difficile, abbiamo ancora del lavoro da fare, abbiamo ancora miglioramenti da apportare, e nel weekend di gara siamo ancora pronti ad accettare la sfida dei nostri avversari, imparando e sviluppando. È un viaggio per cercare di migliorarsi, non è una cosa facile da fare quando hai avuto il successo che abbiamo avuto noi come squadra, ma tutti nel team amiamo questa sfida, ci piace come ci unisce. E per il resto è nel mio DNA, è così che sono… cablato. Adoro la sfida di arrivare a tre gare in cui la pressione è diversa ma il focus è sempre lo stesso: come possiamo estrarne un po’ di più? Saranno weekend che ci consentiranno anche di provare qualcosa da poter usare l’anno prossimo”.

Lewis Hamilton potrenne ottenere il cavalierato dalla famiglia real e sembra molto entusiasta dall’interesse manifestato dall’amata Regina Elisabetta: “Non rifiuterei mai nulla dalla famiglia reale! Sono cresciuto nel Regno Unito e sono un loro appassionato fan. È molto… surreale sentire che il tuo nome è stato menzionato in Parlamento, è surreale pensare che con tutte le cose che accadono nel mondo hanno un momento per menzionare e riconoscere il lavoro che ho fatto. È sicuramente un’esperienza surreale, ma sarebbe un onore incredibile. Non c’è onore più grande del tuo paese che ti riconosce il lavoro che hai fatto”.

Franz Tost ha dichiarato che i piloti non dovrebbero guadagnare più di 10 milioni all’anno, Lewis Hamilton non sembra essere d’accordo: Credo che i piloti siano i protagonisti naturali di questo sport, sono sotto i riflettori, promuovono i marchi, e la loro reputazione aiuta a migliorare la percezione dello sport nel mondo. Se guardiamo altri sport ci sono limiti salariali, penso che nella NFL o alla NBA, ma in questi contesti gli atleti possiedono la loro immagine in molte aree, quindi hanno la possibilità di usarla per i fini che vogliono, mentre nel nostro sport l’immagine del pilota è controllata (dal team). Non sono personalmente contrario ad un tetto, ma non è neanche una mia decisione. Penso alle prossime generazioni che stanno arrivando in Formula 1 e non vedo perché dovrebbero essere limitati nei loro ingaggi se poi portano un valore aggiunto importante. Penso che sia uno sport multimiliardario e dovrebbero essere ricompensati per quello che portano”.

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Foto: Lapresse

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