Formula 1
F1, presentazione GP Turchia 2020: Lewis Hamilton pronto a festeggiare il suo 7° titolo mondiale
Il Mondiale di Formula Uno 2020 abbandona l’Europa e imbocca il suo “rettilineo finale” rappresentato dalla trasferta asiatica. Il quart’ultimo appuntamento stagionale si disputerà in Turchia, che tornerà quindi a organizzare un Gran Premio dopo 9 anni. La presenza della gara in Anatolia non era certo prevista nel calendario originale, ma lo stravolgimento del programma generato dall’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia di Covid-19 ha consentito al tracciato nei pressi di Istanbul di tornare sotto i riflettori dopo 9 anni di assenza.
ATTUALITA’
In Turchia Lewis Hamilton potrebbe festeggiare con tre gare d’anticipo la conquista del 7° Mondiale della carriera, il sesto dal 2014 in poi. Il britannico vanta 85 punti di vantaggio sul compagno di squadra Valtteri Bottas e si laureerà Campione se dovesse mantenerne almeno 78 dopo la prova di domenica. In altre parole, l’inglese potrà permettersi di cedere 7 lunghezze al finlandese, imponendosi comunque matematicamente nella classifica iridata.
In casa Ferrari si cerca di chiudere con dignità un’annata disgraziatissima. Charles Leclerc si sta giocando il 4° posto nel Mondiale piloti con Daniel Ricciardo (avanti di 10 punti) e Sergio Perez (dietro di 3 lunghezze). Nella classifica costruttori, invece, il team di Maranello rischia seriamente di concludere fuori dalle prime cinque posizioni per la prima volta dal 1980. Infatti il ritardo dalla quinta piazza, occupata dalla Racing Point, è di 32 punti.
STORIA
Il GP di Turchia è figlio della globalizzazione della Formula Uno, poiché viene aggiunto al calendario nel 2005. L’Istanbul Park, edificato tra il 2003 e il 2005, viene da molti considerato il miglior progetto mai partorito dal discusso architetto Hermann Tilke, essendo stato concepito in maniera tale da risultare un’autentica sfida per i piloti. Oltre ai continui saliscendi, la pista è caratterizzata dall’iconica “Curva 8”, difficilissima da affrontare per il fatto di avere ben quattro differenti punti di corda. Il Gran Premio di Turchia è stato appuntamento fisso tra il 2005 e il 2011, venendo però escluso dal “giro” del Circus a causa di dispute di carattere finanziario tra Bernie Ecclestone e gli organizzatori. Il “ripescaggio” è arrivato improvvisamente e in maniera inattesa, ma permetterà di rivedere la pista dopo quasi un decennio. Delle sette edizioni disputate sinora, sono due quelle ricordate da tutti gli appassionati.
La prima è quella del 2008, durante la quale va in scena un emozionante duello tra la Ferrari di Felipe Massa e la McLaren di Lewis Hamilton. All’epoca sono ancora consentiti i rifornimenti e i due piloti seguono strategie differenti. Il brasiliano opta per due soste, mentre il britannico è obbligato a impostare la sua corsa sui tre pit-stop a causa del maggior degrado degli pneumatici sulla sua vettura. Ne emerge un’emozionante sfida, in cui il paulista e l’inglese si scambiano a più riprese la leadership, sfidandosi sempre sul filo dei secondi. Alfine è Massa a vincere, suggellando il suo grandissimo feeling con l’Istanbul Park (a oggi, Felipe è l’unico pilota a essersi imposto per tre volte).
L’edizione 2010 vive invece su un’emozionante lotta a quattro tra le due Red Bull e le due McLaren. In testa c’è Mark Webber, seguito a stretto giro da Sebastian Vettel, Lewis Hamilton e Jenson Button. I due britannici sono più rapidi dei “bibitari” e si avvicinano minacciosamente a Seb, che vedendosi pressato dagli avversari tenta di sorpassare il compagno di squadra per andare in fuga. È il patatrac! Le due Red Bull si toccano e finiscono in testacoda fuori pista. Il tedesco si ritira, mentre l’australiano può proseguire dopo aver sostituito il musetto. È però scivolato irreparabilmente in terza piazza. Le McLaren sono rimaste sole a giocarsi il successo e tentano di emulare quanto fatto dalle Red Bull. Button e Hamilton si sorpassano a vicenda, arrivando anche al contatto (seppur innocuo). Dal muretto box del team di Woking parte prontamente l’ordine di congelare le posizioni, allo scopo di non mettere a repentaglio una doppietta ormai certa, permettendo a Lewis di vincere davanti a Jenson.
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Foto: La Presse