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Formula 1

F1, Santo Halo: il discusso dispositivo che ha salvato la vita di Romain Grosjean

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Si chiama Halo, è un sistema di protezione delle vetture di F1 (ma non solo) che consiste in una semplice barra curva posta a protezione della testa del pilota. Un supplemento della monoposto che Romain Grosjean dovrà ringraziare a lungo. Se, dopotutto, il francese è sopravvissuto al terribile incidente di oggi poco dopo la partenza del Gran Premio di Bahrain 2020, lo deve in larga parte proprio ad Halo.

Andiamo a ripercorrere fotogramma per fotogramma quanto accaduto oggi a Sakhir. Il portacolori della Haas è nella coda del gruppo in piena bagarre, scarta verso destra, colpisce la ruota di Daniil Kvyat (del tutto incolpevole) e perde completamente il controllo della sua macchina a circa 270 km/h. Il transalpino capisce che ormai è andata. Frena per quanto possibile, mentre la sua Haas si avvicina sempre più verso un guard-rail posizionato in maniera obliqua e fondamentalmente poco intelligente, senza nemmeno il consueto strato di gomme protettive davanti.

Come temuto, l’impatto arriva, ed è violentissimo. La vettura si schianta sul guard-rail e, non solo, si incastra con la parte anteriore. La Haas si spezza in due tronconi, il primo rimane nelle lamiere, il secondo prosegue la sua corsa, mentre le fiamme avvolgono tutto in maniera repentina. Bene, proviamo a dimenticarci del fuoco, anche se è una parte immensamente protagonista dell’uscita di curva 3 di Sakhir. La parte frontale della macchina si accartoccia nel guard-rail e, c’è poco da girarci attorno, senza l’Halo molto probabilmente non staremmo parlando di Romain Grosjean al presente. Senza quella provvidenziale protezione, infatti, gli esiti sarebbero stati ben più nefasti. Senza pensare ad una possibile morte sul colpo, infatti, il pilota francese avrebbe quantomeno perso conoscenza, con le fiamme che lo avrebbero avvolto per lunghi, interminabili, secondi.

Grazie Halo. Evviva Halo. Però torniamo con la mente a quando fece il suo esordio questo sistema. Questa protezione è stata sperimentata per la prima volta nel 2015, diventando obbligatoria dal 2018 in F1, Formula E e F2, poi in F3 nel 2019. Come detto, Halo è veramente semplice essendo costituito da una staffa che circonda la testa del conducente ed è collegata in tre punti al telaio del veicolo. Il componente è realizzato in titanio e dopo una prima versione di circa 7 chilogrammi, ora è giunto a 9. In una simulazione effettuata dalla FIA il suo uso ha portato ad un aumento del 17% del tasso di sopravvivenza del pilota dopo un incidente. Numeri che parlano chiaro.

Quando ci furono le prime prove in pista, però, le critiche non mancarono. Ai piloti non piaceva, senza usare giri di parole, e nemmeno a spettatori ed addetti ai lavori. Invece, gara dopo gara, Halo ha dimostrato la sua indubbia utilità. Non dobbiamo dimenticare il clamoroso incidente al via del Gran Premio del Belgio 2018, quando Nico Hulkenberg tamponò e fece decollare Fernando Alonso che, a sua volta, andò a colpire la vettura di Charles Leclerc (all’epoca ancora in Alfa Romeo Sauber) nella parte superiore. Senza Halo, già in quel caso, la gomma dello spagnolo avrebbe colpito il casco del monegasco, provocando danni non di poco conto. Questo sistema, quindi, nella sua semplicità, ha già risolto non pochi problemi a livello di F1. Per informazioni, chiedere a Romain Grosjean, quando uscirà dall’ospedale di Manama. Perché sì, possiamo ancora parlare al futuro di questo pilota.

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