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Golf: Adrian Meronk ancora in testa all’Alfred Dunhill Championship 2020 dopo tre giri, risalgono Schaper e Bezuidenhout

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Si è concluso il terzo giro all’Alfred Dunhill Championship 2020, parte del calendario sudafricano dell’European Tour che si sta andando ad avviare verso il gran finale di Dubai con i migliori 60 di questo travagliato anno. Resta in testa, seppur dopo un giro piuttosto travagliato, il polacco Adrian Meronk, primo nella storia del suo Paese a guadagnare il comando di un evento sul circuito continentale: sul par 72 del Leopard Creek Country Club di Malelane, in Sudafrica, il suo giro in -1 gli consente di tenere il comando. Per lui oggi due bogey alle buche 3 e 4 e poi tre birdie tra la 10 e la 13.

Risale due posizioni, ed è dunque secondo, il diciannovenne sudafricano Jayden Schaper, che con il -5 odierno (67 colpi, tre birdie e un eagle) si inserisce a un solo colpo di distanza dal -14 di Meronk. Poco distante è il suo illustre connazionale Christiaan Bezuidenhout, che dopo il bogey alla 4 ha messo a segno solo birdie nelle seconde nove buche.

Quarti a -10 l’americano Sean Crocker e lo spagnolo Adri Arnaus (giri in 68 e 69), sesti il danese Joachim Hansen e lo scozzese Calum Hill, con il primo che finisce sopra par (+1) e il secondo che fa -4 oggi per il -9 che lo accomuna al compagno di viaggio. Ottava posizione (-8) per l’inglese Richard Bland e l’altro USA Julian Suri (74 colpi per l’uno, 68 per l’altro), mentre è molto nutrito il gruppo dei decimi: ci sono lo scozzese Scott Jamieson, il sudafricano Daniel Van Tonder, il francese Robin Roussel, l’inglese Marcus Armitage, il portoghese Pedro Figueiredo e l’austriaco Matthias Schwab, tutti a -7 con i loro giri variabili (negativi per Jamieson e Roussel, positivi per Armitage e Schwab).

Il calo più pesante lo accusa il rappresentante dello Zimbabwe Benjamin Follett-Smith, che dopo aver girato in 69 nelle prime 36 buche oggi incappa in cinque bogey e due doppi bogey, finendo per chiudere in 81, 9 sopra il par.

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federico.rossini@oasport.it

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Foto: LaPresse

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