Judo
Judo, Europei 2020: Odette Giuffrida, una luce d’oro dopo il buio per il Covid-19
“Ciao a tutti. Dunque da dove iniziare? Che dire? Inizio condividendo l’orgoglio di far parte della mia squadra. Una squadra che dà sempre il massimo in ogni singolo allenamento. Una squadra unita. Una squadra che come sempre era pronta a tutto e tutti. Ci siamo allenati duramente, abbiamo stretto i denti nei momenti più duri. Eravamo carichi anzi carichissimi. Pronti per ripartire. Con due tamponi negativi e tanta voglia di fare bene siamo partiti ieri per Budapest per il primo grand slam dopo 8 mesi. Al nostro arrivo siamo stati sottoposti al nostro terzo tampone (tutti a distanza di 48 ore) e 4 di noi sono risultati positivi. Alla notizia siamo rimasti tutti sotto shock. Increduli. Dopo un po’ di tempo ci è arrivata la comunicazione ufficiale che tutta la squadra sarebbe stata squalificata dalla gara. Quello che ho provato è difficile da spiegare. Dopo tanti sacrifici, dopo tutto quello che avevamo fatto per essere qui pronti a combattere e dare tutto. Beh… Quello che ho provato in realtà non è stata la tristezza di non poter combattere ma di sapere che alcuni dei miei amici sono risultati positivi. Sapere che ora sono da soli, chiusi, nelle loro camere in un paese che non è il nostro. Avevo tanta voglia di combattere. Mi sentivo davvero bene, in forma, pronta. Avevo voglia di spaccare il mondo e divertirmi. Ma adesso quello che desidero è che andrà tutto bene e che potremmo tornare nelle nostre case il prima possibile. Abbiamo dato tutti noi stessi per questa gara, abbiamo rispettato tutte le regole ma non è stato sufficiente. Grazie a tutti per i messaggi che mi state mandando. Io fortunatamente sto bene e sono negativa. Solo tanta tristezza per i miei amici e per tutta questa situazione nel mondo“.
Così scriveva Odette Giuffrida, quando la sua mente era rivolta già al tatami di Budapest (Ungheria), sede del Grand Slam dove tutto avrebbe dovuto riprendere e invece non è ripreso. Sì, perché quel nemico invisibile che ci ha cambiato la vita ha dato un senso diverso anche a quanto l’atleta azzurra e tutta la Nazionale di judo si aspettava. L’esito positivo ai tamponi non dava adito a interpretazioni e così tutto rinviato.
Un momento difficile da accettare, perché dopo un lungo periodo di inattività, la capitale magiara rappresentava l’occasione per riprendere a scrivere lo spartito e invece la nota stonata ha trasformato quel che si augurava fosse una “marcia trionfale” in un “requiem”. Lei, argento olimpico a Rio 2016, non vedeva l’ora di essere sul tatami e di dimostrare a tutti, ma principalmente a se stessa, che lei fosse pronta.
L’avevamo lasciata, a livello internazionale, allo scorso 8 febbraio, quando giunse seconda nel prestigioso Grand Slam di Parigi. Oggi, nella O2 Arena, l’animus pugnandi era quello delle volte buone per questa rassegna continentale 2020 nei -52 kg. E così una dopo l’altra le rivali hanno dovuto cedere il passo: la polacca Karolina Pienkowska, la svizzera Fabienne Kocher, superata con un waza-ari dopo ben 2’30” di golden score, la spagnola Estrella Lopez Sheriff, sulla quale ha prevalso grazie ad uno splendido ippon, e poi l’ultima perla contro Andrea Chitu. La rumena è judoka di tutto rispetto, con due ori continentali, nonché tre medaglie iridate in bacheca, l’ultima delle quali conquistata nel 2015. In sostanza una da temere, che nel suo percorso aveva estromesso la russa Natalia Kuziutina, tra le favorite e bestia nera di Odette (mai battuta nei quattro incontri disputati).
Tutto questo è stato messo da parte grazie una proiezione valsa un imperioso waza-ari. E così, dopo i pianti di quei giorni d’ottobre, il sorriso radioso di novembre. Non c’erano la francese Amandine Buchard (n.1 del mondo) e la kosovara Majlinda Kelmendi? Le assenti hanno sempre torto. Per l’Italia si tratta inoltre di una apoteosi storica, attesa per dodici, lunghissimi anni. L’ultima a trionfare fu Ylenia Scapin nel 2008, all’epoca nella categoria -70 kg, ora parte integrante dello staff tecnico nostrano.
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giandomenico.tiseo@oasport.it
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Foto: IJF