MotoGP

Moto3, Tony Arbolino e un Mondiale “rubato” dal Covid. Decisiva la controversa assenza di Aragon

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Per ricostruire il Mondiale 2020 di Moto3 di Tony Arbolino, secondo alle spalle dello spagnolo Albert Arenas e distante di soli quattro punti, bisogna partire da questo: la gara di Aragon. Al pilota italiano, infatti, fu imposta la quarantena di dieci giorni dalle autorità sanitarie spagnole e italiane dopo aver saputo che sul volo di ritorno da Le Mans (da Parigi a Milano), seduta accanto a lui c’era una persona risultata positiva al Covid-19. Nonostante il doppio tampone negativo, per Arbolino niente fine settimana di gara in Spagna a scopo precauzionale. Risultato? Zero punti.

Vorrei correre nuovamente la prima gara di Aragon, ma non posso dormire male stanotte perché ho dato il 200% dalla prima gara. Ringrazio tutti perché ci credevano. Sono contento e arrabbiato nello stesso momento“, le parole di Tony al termine della corsa di Portimao che incoronato Arenas. E’ chiaro che l’episodio citato abbia condizionato pesantemente il percorso iridato del centauro italiano del Team Snipers e l’amarezza per un provvedimento extra-sportivo discutibile c’è perché le riserve sul modo in cui si è attuato il protocollo restano.

Certo, per onestà intellettuale, va anche ricordato quanto Arbolino abbia pagato caramente la brutta prestazione nelle qualifiche in terra lusitana: la partenza in 27ma piazza era un handicap di non poco conto, che lo ha estromesso per le posizioni di vertice. Visti i problemi con le gomme di Arenas, oggi solo 12°, il quinto posto nella gara portoghese ha in sé un mix di emozioni che lasciano l’amaro in bocca per qualcosa che sarebbe potuto accadere e invece non si è verificato.

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Foto: LaPresse

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