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MotoGP, Franco Morbidelli e Jack Miller: quando i piloti ‘satellite’ umiliano quelli ufficiali

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Joan Mir festeggia il suo primo titolo nella classe regina, in un Gran Premio della Comunità Valenciana, tredicesimo e penultimo appuntamento del Mondiale MotoGP 2020, che ha messo in evidenza, e non è una novità, come spesso i team satellite procedano in maniera più spedita rispetto a quelli ufficiali. Franco Morbidelli del team Yamaha Petronas, per esempio, ha vinto la gara sul circuito intitolato a Ricardo Tormo e ha centrato il tris personale in questo 2020. Alle sue spalle, davvero per questione di millesimi, Jack Miller. L’australiano, portacolori del team Ducati Pramac, ha centrato un secondo posto davvero prezioso, distanziando di anni luce i colleghi di marchio.

Ebbene sì, la grande caratteristica di questa annata sembra essere questa: i team ufficiali che vengono messi all’angolo da quelli cosiddetti satellite. Proviamo a fare due conti rapidi. Le squadre ufficiali hanno vinto una volta con Andrea Dovizioso nel Gran Premio d’Austria, quindi una volta con Maverick Vinales nel  Gran Premio dell’Emilia Romagna e una con Danilo Petrucci nel Gran Premio di Francia. Punto. Senza contare i successi delle Suzuki e KTM, infatti, il team Yamaha Petronas ha festeggiato in sei occasioni (tre con Franco Morbidelli a Valencia 2, Aragon 2 e Misano 1, e tre con Fabio Quartararo, doppietta di Jerez e Catalogna) mentre per larga parte dell’annata i piloti ducatisti hanno messo in riga i “titolari”.

Cifre che parlano chiaro e sottolineano una crisi tecnica di Yamaha e Ducati che deve davvero attirare l’attenzione di tutti. Il team di Iwata ha un solo successo, quello di Borgo Panigale due. Davvero un bottino troppo misero. Le motivazioni sono molteplici. In casa Yamaha, per esempio, la M1 è tornata quella totalmente indecifrabile degli scorsi anni. Nonostante tutto le vittorie sono arrivate, ma a “cicli”. Ad inizio anno sembrava il solo Fabio Quartararo il pilota in grado di guidare la moto nipponica, quindi per qualche gara è stato Valentino Rossi (anche se i risultati non sono arrivati) infine ora è Franco Morbidelli a dominare la scena. Maverick Vinales, invece, non ha mai dato la sensazione di poter sentire “sua” per davvero la moto. In questo complicato scenario la Yamaha dovrà porsi molte domande. Se non sia il caso di fornire una moto ufficiale anche a Franco Morbidelli e se, soprattutto, sarà finalmente in grado di allestire e poi sviluppare un mezzo davvero competitivo in ogni condizione.

Sul fronte Ducati, invece, la situazione è davvero particolare. Un team ufficiale con due piloti esautorati in corso d’opera, proprio a favore dei due giovani rampanti del team Pramac. Jack Miller e Francesco “Pecco” Bagnaia non hanno mai vinto, certo, ma hanno fatto vedere cose molto interessanti. Andrea Dovizioso e Danilo Petrucci hanno fatto il minimo sindacale da una parte, ma il massimo dall’altra, avendo tra le mani una GP20 spesso inguidabile. A questo punto la squadra di Borgo Panigale dovrà rimboccarsi le maniche per tornare ai livelli che tutti si attendevano, dopo aver centrato un clamoroso buco nell’acqua in un 2020 nel quale mancava Marc Marquez. Il morale è sotto i tacchi, e rialzarlo in fretta sarà il primo obiettivo.

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