MotoGP
MotoGP, Franco Morbidelli va all-in per il Mondiale. Deve rischiare, senza fare calcoli
“Pensare al titolo è irrazionale, perché siamo un team satellite e perché corriamo con una moto dello scorso anno. Però irrazionale non significa impossibile”. Parole e musica di Franco Morbidelli al termine del Gran Premio di Teruel vinto con grande autorità domenica 25 ottobre. Il romano non avrebbe potuto sintetizzare meglio la situazione in cui si trova dopo il successo conquistato sulla pista di Alcañiz, grazie al quale si è rilanciato nella corsa al Mondiale complici le difficoltà dei compagni di marca Fabio Quartararo e Maverick Viñales, che pur disponendo di una M1 ufficiale hanno sinora raccolto solamente 11 e 6 punti più dell’italiano, il quale gareggia, appunto, con un mezzo del 2019. Dunque, se il francese e lo spagnolo sono considerati candidati all’Iride sin dalla prima gara, non si vede perché a questo punto non debba esserlo anche l’italo-brasiliano.
Certo, in tal senso il punto di riferimento non è più rappresentato dal transalpino o dall’iberico della Casa di Iwata, bensì da Joan Mir, che contro ogni pronostico della vigilia guida il Mondiale con un margine di 14 lunghezze su Quartararo, 19 su Viñales e 25, appunto, su Morbidelli. Mancano tre gare e, matematica alla mano, il ritardo di Morbido è ancora recuperabile, soprattutto in una stagione pazza come quella attuale. Chiaramente il sogno iridato non sarà certo facile da tramutare in realtà, ma al tempo stesso non è irrealizzabile.
Il romano vive, tra virgolette, una “situazione ideale”. Nel senso che non può permettersi di fare alcun calcolo e sarà costretto a rischiare, come da lui stesso razionalizzato già sabato 24 ottobre, prima ancora del GP di Teruel dominato in lungo e in largo, proprio come accaduto in occasione del Gran Premio di San Marino. Due gare comandate dal primo all’ultimo giro, senza alcun cedimento o errore. A Misano-1 e Alcañiz-2 Morbidelli ha ricordato la miglior versione di Jorge Lorenzo, quel Martillo che prendeva la testa e salutava la compagnia, senza lasciare modo agli avversari di infastidirlo.
Franky sembra avere preso una nuova consapevolezza delle sue potenzialità e dei propri mezzi, dinamica che ha posto le basi per sbaragliare la concorrenza nel GP di Teruel. Presupponendo di mantenere questa nuova dimensione mentale, allo scopo di puntare all’iride sarà però fondamentale trovare il feeling con la M1 avuto durante l’ultimo weekend di competizioni. In tal senso la piena sintonia con il suo capotecnico Ramon Forcada, “el mago de los boxes”, appare una garanzia. Resta da capire quali saranno le sensazioni di questo nuovo Morbidelli con il circuito di Valencia, dove sono programmati per due Gran Premi. In passato il romano non ha mai lasciato il segno su questa pista, ma è anche vero come nel 2020 la situazione tecnica sia completamente cambiata per via dei nuovi pneumatici posteriori. Al contempo, l’italo-brasiliano non si era mai trovato nell’attuale stato mentale.
Morbido sa bene che se vuole vincere il Mondiale non ha margine d’errore e, al tempo stesso, deve sperare anche in un passaggio a vuoto di Joan Mir, altrimenti 25 punti in tre round saranno difficilmente recuperabili. Saranno fondamentali le qualifiche, perché partire davanti consentirà di provare a replicare quanto visto ad Alcañiz, prendendosi – ovviamente – qualche rischio. D’altronde, come si suole dire, “chi non risica non rosica”. Nessuno si fa illusioni, si sa che l’Iride è improbabile. Però, a questo punto, provarci è doveroso e sognare non costa nulla.
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Foto: La Presse