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MotoGP, Joan Mir campione in pectore. Eppure per Alex Rins il 2020 sa tanto di “grande occasione mancata”

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Il Gran Premio d’Europa di MotoGP è andato in archivio con il successo di Joan Mir, che oltre a ottenere la prima affermazione della sua carriera nella classe regina, ha ipotecato la conquista del Mondiale 2020. Infatti grazie a questo trionfo e alle contemporanee disgrazie dei centauri della Yamaha, lo spagnolo della Suzuki ha portato a 37 i suoi punti di vantaggio nella classifica iridata. Considerando che ne restano ancora 50 a disposizione, è facile capire come il titolo, per quanto non ancora conquistato matematicamente, sia ormai alla portata del ventitreenne maiorchino, che vede ormai prossimo un traguardo assolutamente impronosticabile solo quattro mesi fa.

Quanto accaduto ieri a Valencia sembrerebbe aver legittimato appieno la leadership di The Miracle nella graduatoria generale, perché oltre a confermarsi il pilota più costante in assoluto (sette podi e nove piazzamenti nella top-five in dodici gare), si è anche sbarazzato del paradosso di guidare la classifica iridata senza aver mai vinto una gara. Mir, sinora, è stato indiscutibilmente il più forte perché ha saputo ottenere piazzamenti di peso anche in delle giornate in cui non è stato competitivo al massimo.

Al contrario Fabio Quartararo – a lungo considerato il favorito per la conquista per il titolo dopo l’inizio abbagliante di Jerez de la Frontera, non solo non ha più saputo incidere come in Andalucia, eccezion fatta per il GP di Catalogna, ma al tempo stesso non è mai riuscito a restare a galla nelle sue giornate difficili. Un rendimento da “o tutto o niente” che avrebbe anche potuto portare al successo finale se le gare da “tutto” fossero state il 50% del totale e non solo il 25% come accaduto sinora.

Il francese, che come detto ora ha 37 punti di ritardo nel Mondiale, è stato peraltro appaiato in classifica generale da Alex Rins, il quale rischia di doversi mangiare le mani, i polsi e gli avambracci. Il punto è che la Suzuki si sta rivelando la moto migliore del 2020, in quanto riesce ad andare forte ovunque, a differenza di una Yamaha a tratti devastante, ma talvolta inefficace. Indubbiamente Mir sta sfruttando magnificamente la GSX-RR, ma non va dimenticato come la stella del team avrebbe dovuto essere l’ormai venticinquenne catalano. In tal senso, Rins può maledire l’infortunio di Jerez de la Frontera, costatogli di fatto due gare (il GP di Spagna saltato e quello di Andalucia corso a mezzo servizio), oltre alle due cadute quando era in piena bagarre per la vittoria nel Gran Premio d’Austria e in quello di Francia. Insomma, c’è la concreta possibilità che per Alex il 2020 possa rappresentare “la grande occasione persa”, perché alla luce della situazione, è evidente come per lui ci fosse la concreta possibilità di essere nella posizione del compagno di squadra.

I vari Maverick Viñales, Franco Morbidelli e Andrea Dovizioso sono ancora in corsa solo per la matematica, ma di fatto non hanno più alcuna possibilità di laurearsi Campioni. Per la verità anche le chance di Quartararo e Rins sono risicate, poiché a Mir sarà sufficiente marcare 14 punti tra il GP di Valencia e quello di Portogallo per chiudere la partita. In altre parole, anche ammesso che uno tra il team mate e il francese vinca entrambe le gare, al maiorchino basterà arrivare una volta sul podio, oppure in due occasioni tra i primi nove. Dunque il Mondiale è lì. C’è solo da allungare la mano per prenderlo.

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Foto: Shutterstock

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