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MotoGP, l’addio di Andrea Dovizioso. O un arrivederci?

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Quale sarà il futuro di Andrea Dovizioso? Non si possiede la palla di vetro, ma la certezza è che nel 2021 non lo vedremo in sella a una MotoGP. La decisione è stata presa: anno sabbatico e poi si vedrà.

Lo si era capito ben prima del suo annuncio ufficiale, quando poco dopo la gara terminata a Valencia in sella alla Ducati aveva detto chiaramente che l’idea di fare il tester Yamaha o l’opportunità di cimentarsi con una moto tutta ancora da plasmare (Aprilia) non erano prospettive così allettanti. E dunque ci si ferma per un po’ e si attende qualcosa che ancora non c’è. Una situazione figlia di un braccio di ferro infinito tra la Ducati e Dovizioso stesso in cui non si è trovato un accordo in vista dell’anno venturo e anche le difficoltà del tre volte vice-campione del mondo di quest’anno non hanno deposto in suo favore, a prescindere poi dalle oggettive criticità della Rossa in relazione alle gomme Michelin.

In una situazione di questo genere, la Yamaha ha dovuto incassare un no e la scelta è ricaduta sul britannico Cal Crutchlow, impegnato nel 2020 con la LCR Honda, prendendo il posto dello spagnolo Jorge Lorenzo con cui gli scontri dialettici non sono mancati. Che cosa se ne può trarre? Probabilmente il centauro e chi lo gestisce hanno commesso un errore, rimanendo un po’ col cerino in mano. Appare, infatti, che l’anno sabbatico possa essere qualcosa più vicino a un ritiro che una breve parentesi lontana dalle corse. Sì perché il livello in MotoGP è destinato ad alzarsi inevitabilmente con l’avvento di piloti giovani e rampanti che renderanno la top-class sempre più competitiva. Difficile pensare che il “Dovi” possa giovare di uno stop, mancandogli un confronto diretto e “il sapore dell’asfalto”.

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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Foto: LaPresse

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