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MotoGP, l’anno nero di Valentino Rossi. Dopo il Covid e le cadute, oggi il problema tecnico della Yamaha

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Non parlate più del 2020 a Valentino Rossi! Il “Dottore” probabilmente non vede l’ora di mettersi alle spalle questo anno così tribolato, e non solo dal lato sportivo. Oltre ad un campionato davvero complicato, nelle ultime settimane il nove volte iridato ha dovuto anche avere a che fare con il temuto Covid-19, che non gli ha permesso di correre la doppietta di Aragon. Un’ulteriore beffa per il numero 46 più famoso del mondo, costretto in casa per quasi 20 giorni senza poter vedere nessuno. Certo, una condizione che, purtroppo, in molti stanno vivendo in Italia e nel mondo, ma nel suo caso si è trattata della classica “ciliegina sulla torta”.

Dopo questo stop, Valentino Rossi è stato quantomeno in grado di prendere parte al fine settimana del Gran Premio d’Europa, dodicesimo appuntamento del Mondiale MotoGP 2020. Per l’esito del secondo tampone negativo ha dovuto attendere pazientemente il sabato. La pioggia non gli ha dato modo di prepararsi al meglio, né di qualificarsi in una posizione interessante. Come se non bastasse oggi la sua M1 lo ha appiedato dopo pochi giri per colpa di un problema tecnico. Esattamente come successo nella gara d’esordio. Nel Gran Premio di Spagna, infatti, il pesarese aveva, suo malgrado, dovuto far fronte al primo “zero” della sua annata, parcheggiando la sua M1 a bordo pista. E, come non poteva sapere all’epoca, non sarebbe stato l’ultimo.

E dire che l’avvio di stagione era sembrato decisamente più incoraggiante. Dopo il terzo posto nel Gran Premio di Andalucia, infatti, il portacolori della Yamaha aveva conquistato un quinto posto a Brno e lo stesso risultato nel Gran Premio d’Austria. La settimana successiva non era andato oltre il nono posto nel Gran Premio della Stiria, prima del quarto posto del Gran Premio di San Marino. Ecco, la stagione di Valentino Rossi si è sostanzialmente conclusa li. Da quel momento, infatti, tutto quello che poteva andare storto, è effettivamente lo ha fatto.

A Misano 2, per esempio, il “Dottore” è finito nella ghiaia del tracciato romagnolo dopo pochi chilometri, gettando alle ortiche una buona occasione. Discorso addirittura peggiore un weekend dopo, con la caduta nel Gran Premio di Catalogna, quando era in piena lotta per podio e vittoria. Vero e proprio sale sulla ferita per il pilota di Tavullia che, purtroppo, è finito al tappeto per la terza volta consecutiva a Le Mans, sotto la pioggia, nella prima chicane.

Un periodo nero, sportivamente parlando, che ha preceduto la notizia della positività al Covid-19 che ha costretto il nostro portacolori a saltare di netto le due gare di Aragon. Non certo il suo tracciato preferito, ma sempre meglio che rimanere a casa sul divano. Quindi il grande ritorno di Valencia. Tampone negativo in Italia, volo preso in fretta e furia per la Spagna, quindi secondo controllo negativo nel venerdì del Ricardo Tormo. Tutto bellissimo, ma poi la gara ha rimesso le lancette dell’orologio di Valentino Rossi indietro. Ancora un problema tecnico. Ancora uno “zero”, il quinto in dodici appuntamenti, il settimo contando anche i due forfait del MotorLand.

Uno scenario che regala una stagione quanto mai grigia per il numero 46 più famoso del mondo, tristemente quindicesimo in classifica generale con 58 punti. Davvero un bottino misero, che stride con la sensazione nettissima che, per lunghi tratti del campionato, Valentino Rossi e la sua M1 fossero sulla stessa lunghezza d’onda. Ben diversamente dagli ultimi anni, nei quali la moto di Iwata costringeva il nove volte campione del mondo a “remare” con un mezzo che proprio non andava. Sicuramente non avrebbe potuto lottare per il titolo, ma qualche soddisfazione se la sarebbe potuta togliere. Invece no, questo 2020 ha riservato solo delusioni al portacolori della Yamaha. Per cui, non gliene parlate più.

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Foto: Lapresse

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