MotoGP
MotoGP, pagelle GP Valencia 2020: Joan Mir campione, Franco Morbidelli bravo e incompreso. Quartararo e Yamaha dietro la lavagna
Il GP di Valencia, penultimo round del Mondiale 2020 di MotoGP, fa già parte dell’album dei ricordi. Sul circuito Ricardo Tormo è andata in scena una gara che ha dato delle risposte definitive sul campionato della massima cilindrata e le considerazioni sul da farsi non sono poche: lo spagnolo Joan Mir ha vinto il suo primo titolo iridato in top-class e Franco Morbidelli ha ottenuto il suo terzo centro stagionale, vincendo con grinta e carattere. Andiamo dunque a valutare nella sua complessità quanto ha detto la corsa iberica.
PAGELLA GP VALENCIA 2020 MOTOGP
Joan Mir 10 – Lo spagnolo ce l’ha fatta. E’ bastato un settimo posto al maiorchino per conquistare il suo primo titolo in MotoGP. A 23 anni 2 mesi e 14 giorni è il 7° campione più giovane: il record è di Marc Marquez (20 anni 8 mesi 24 giorni: 2013). Riporta l’iride in casa Suzuki dopo 20 anni (Kenny Roberts Jr., 2000) e per la prima volta la scuderia giapponese vince nell’era delle MotoGP a 4 tempi. Un successo che consente alla Casa di Hamamatsu di spezzare il duopolio Honda-Yamaha iniziato nel 2008. Doveva arrivare questo ragazzo tutta sostanza e qualità per fare la differenza. E’ stato il più costante di tutta la stagione, lo dicono i sette podi stagionali e lo rafforza il successo a Valencia della settimana scorsa. Mir vince con merito e non c’è Marc Marquez che tenga…
Franco Morbidelli 8 – Il tris del “Morbido” è servito. Il terzo successo stagionale è servito e nel modo a lui più gradito: partenza a fionda e ritmo forsennato fin dal via. L’avversario di giornata Jack Miller è stato duro da battere, ma con il suo consueto stile preciso a pennellare le curve è arrivata la firma al Ricardo Tormo. Un riscontro che proietta Franco in seconda posizione e davvero peccato per qualche zero di troppo nel corso di un’annata nel quale, forse, Yamaha avrebbe potuto dare anche un qualcosa di diverso a sostegno del centauro italiano.
Jack Miller 7.5 – Coriaceo e coraggioso. Jack attacca e ci prova fino all’ultimo, ma è il secondo posto ad arrivare oggi. Un pizzico di rammarico c’è per quella vittoria ancora sfumata per poco, ma da parte sua è arrivata la conferma che la Ducati si può guidare forte anche su di un circuito tortuoso in cui il turning è requisito essenziale. La GP20 non avrà la ciclistica di Yamaha e Suzuki, ma forse a volte è anche questione di manico.
Pol Espargaró 7 – Un podio di solidità quello dello spagnolo della KTM. Il passo non è quello per la vittoria e lo comprende subito. Per questo, riesce a mettere insieme una corsa di grande consistenza, senza commettere errori, tale da garantire un piazzamento sul podio che fa sempre piacere.
Alex Rins 6.5 – Il quarto posto di oggi ha un po’ il sapore amaro del “Vorrei, ma non posso”. Nelle qualifiche lo spagnolo non è stato convincente e recuperare terreno in gara, a Valencia, è complicato. Serviva vincere e mettere piloti tra sé e Mir per tenere aperto questo campionato, ma l’andamento della corsa è stato diverso. Prova più che sufficiente per impegno e determinazione, ma è mancata incisività.
Andrea Dovizioso 5.5 – Un ottavo posto che rappresenta un po’ tutta la stagione del “Dovi”. Le gomme Michelin continuano a essere il vero punto di domanda, una sorta di enigma. Miller oggi ha dimostrato che in sella alla GP20 si può fare, ma ad Andrea manca sempre quel quid per fare la differenza e questa chiosa in Ducati sta arrivando non certo nel migliore dei modi.
Maverick Vinales 5 – Il decimo posto di oggi è quello di un pilota in difficoltà. Il feeling con la Yamaha non c’è e la voglia di spingere neanche. Il timore di finire a terra è concreto e per questo il Top Gun del Motomondiale non è andato oltre un piazzamento che non rispecchia il suo potenziale.
Valentino Rossi 5 – Una prova negativa e in altro non si può che commentarla quella di Valencia per il “Dottore”. Il 12° posto racchiude tutte quelle criticità insolute che Valentino stesso, anche con toni forti, ha manifestato pubblicamente. La Yamaha sta seguendo una via di sviluppo diversa da quella che lui vorrebbe e si è dovuto adeguare. Alla fine della fiera, la sconfitta è per tutti…
Fabio Quartararo e Yamaha 4 – Errori e caduta. E’ questa la sintesi della gara del francesino. Il sorriso che ci aveva accompagnato nella prima parte di stagione, ha lasciato spazio ai gesti di stizza e di scoramento. La M1 non è più tra le mani di Fabio e lui finisce per le terre. Conclusione? Zero punti. Per Yamaha un nuovo periodo nero.
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giandomenico.tiseo@oasport.it
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Foto: LaPresse