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MotoGP, presentazione GP Portogallo 2020: riflettori puntati su Franco Morbidelli e la Ducati

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Nella giornata di domenica il Motomondiale 2020 giungerà alla sua conclusione con il Gran Premio di Portogallo, programmato sul tracciato di Portimao. In MotoGP si conosce già il nome del Campione del Mondo, in quanto Joan Mir ha un vantaggio incolmabile sul secondo in classifica generale. Lo spagnolo della Suzuki potrà quindi godersi un’autentica passerella. Tuttavia, nonostante la battaglia per il titolo iridato sia stata matematicamente decisa con una tappa d’anticipo, la gara lusitana proporrà diversi motivi d’interesse.

Innanzitutto è ancora aperta la battaglia per la seconda e la terza posizione in classifica generale, che in linea teorica coinvolge ancora sei piloti, compresi due italiani. Dietro a Mir, irraggiungibile a quota 171, troviamo Franco Morbidelli (142), Alex Rins (138), Maverick Viñales (127), Fabio Quartararo (125), Andrea Dovizioso (125) e Pol Espargarò (122). Dunque, come si può notare, il romano della Yamaha e il catalano della Suzuki sono sicuramente i più accreditati per ottenere il platonico ruolo di vice-campione, visto che godono di un discreto margine sugli altri quattro contendenti. Al riguardo va rimarcato che se Rins dovesse concludere secondo, allora la Casa di Hamamatsu firmerebbe un uno-due iridato che manca dal 1981, quando Marco Lucchinelli vinse il Mondiale e Randy Mamola si piazzò secondo.

Morbidelli, oltre a giocarsi la piazza d’onore in campionato, ha però anche un altro campo di battaglia su cui confrontarsi, ovvero quello rappresentato dall’essere il miglior pilota Yamaha del 2020. In tal senso, il vantaggio su Viñales e Quartararo è indubbiamente importante (15 punti sullo spagnolo e 17 sul francese). Come già detto, per Franky tale risultato rafforzerebbe notevolmente la sua candidatura a ad avere una M1 ufficiale nel 2021, perché a quel punto la Casa di Iwata si troverebbe “spalle al muro”. Come potrebbe giustificare, dal punto di vista dell’immagine, il fatto di non concedere una moto full spec al proprio centauro più performante?

Un altro tema sicuramente interessante è rappresentato dalla lotta per il Mondiale costruttori, che ha un valore molto relativo, ma comunque è un titolo iridato. La penalizzazione di 50 punti inflitta alla Yamaha per l’affaire relativo ai motori di Jerez ha completamente riaperto i giochi, poiché attualmente Suzuki e Ducati sono appaiate al comando della classifica con 201 punti. La Casa di Hamamatsu non vince questa classifica dal 1982, mentre quella di Borgo Panigale ha trionfato esclusivamente nel 2007. Portimao sarà un autentico spareggio, poiché il titolo andrà al marchio che classificherà meglio un proprio pilota. In linea teorica anche Yamaha è ancora in corsa, ma deve recuperare 13 lunghezze ad ambedue le avversarie.

Un altro motivo d’interesse è rappresentato dal fatto che la Honda rischia seriamente di chiudere il 2020 senza vittorie. L’evento si verificherebbe per la prima volta dopo 39 anni, in quanto l’ultima stagione priva di successi della Casa dell’ala dorata è il 1981 (quando Suzuki vinse 8 gare e Yamaha 3). Quest’anno – invece – si contano 7 successi Yamaha e 2 a testa per Suzuki, Ducati e Ktm. Honda non è andata oltre due secondi posti ottenuti da Alex Marquez tra il Gran Premio di Francia e quello d’Aragona.

Infine ci sarebbe la caccia ai 200 podi nella classe regina da parte di Valentino Rossi. Cionondimeno, questo tema viene riproposto costantemente ormai da quattro mesi e il Dottore non riesce a schiodarsi da quota 199. In un paio di occasioni la top-three è stata effettivamente sfiorata (Misano-1 e Barcellona),  ma per quanto visto a Valencia, immaginare il numero 46 competitivo per le prime tre posizioni appare quasi utopico.

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