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Rugby
Rugby, Autumn Nations Cup 2020: Italia, segnali di crescita, ma con le Fiji serve di più
Va in archivio la prima giornata dell’Autumn Nations Cup e va in archivio con le vittorie di Irlanda, Scozia e Inghilterra. Saltata, invece, la sfida tra Francia e Fiji per le positività al Covid-19 riscontrate tra i pacifici che saranno i prossimi avversari dell’Italia sabato prossimo ad Ancona. Match, in realtà, ancora in dubbio proprio per l’evolversi della situazione sanitaria dei figiani.
Match che vede l’Italia arrivare dopo l’ennesimo ko subito, questa volta contro la Scozia a Firenze. Un ko pesante non tanto nel risultato, 28-17 per i britannici, quanto perché gli azzurri non vincono più dai Mondiali 2019 e proseguono la loro striscia di sconfitte contro le nazionali del 6 Nazioni iniziata nel 2015. Una sconfitta, quella di Firenze, che però ha messo in mostra dei segnali di crescita.
“Abbiamo fatto grandi passi in avanti, ma bisogna portare la prestazione di alto livello, come fatto nei primi 60 minuti di gioco, anche nel finale – le parole di Franco Smith dopo la partita –. Siamo arrivati in un punto dove ora non bisogna assimilare i nostri meccanismi di gioco ma migliorare alcuni aspetti. Da quando abbiamo ripreso l’attività con questi ragazzi abbiamo avuto la possibilità di scendere in campo 240 minuti mostrando in ogni partita dei progressi. Il risultato ci lascia l’amaro in bocca ma sappiamo di aver fatto ancora qualcosa di diverso rispetto all’ultima partita”.
Sicuramente è andata bene la mischia, dominante per larghi tratti del match, mentre gli azzurri sono stati meno negativi rispetto al recente passato nei punti d’incontro, anche se anche a Firenze le terze linee hanno sofferto più del dovuto nei breakdown. Il ritmo tenuto da Violi e Garbisi nella prima parte del match ha permesso all’Italia di tenere il match in mano per oltre un’ora di gioco, anche se – come detto – il calo fisico e mentale nel secondo tempo è stato decisivo.
Con le Fiji sarà sicuramente un altro incontro, perché le caratteristiche dei pacifici sono molto diverse rispetto a quelle degli scozzesi. Più fisicità, più atletismo, ma anche una minor cura nei dettagli in mischia potrebbero da un lato favorire gli azzurri nelle fasi statiche del gioco, mischia chiusa e rimessa in primis, ma dall’altro servirà un’attenzione spasmodica in difesa, soprattutto per quel che riguarda la linea arretrata dell’Italia.
Bisognerà alzare il ritmo del gioco, ma consapevoli che un calo mentale e fisico come quello di Firenze costerebbe carissimo anche con le Fiji. Difendere in maniera il più aggressiva possibile è decisivo per evitare di farsi schiacciare da una squadra che sul piede avanzante è quasi impossibile da fermare, mentre sarà decisiva l’indisciplina. I figiani sono molto borderline in questo campo e, se portati a commettere tanti falli, potrebbero pagare caro un’attitudine che tradizionalmente li contraddistingue.
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