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Sci alpino, in arrivo quattro fine settimana con discipline tecniche. Calendario di Coppa del Mondo troppo sbilanciato

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Una Coppa per… slalomisti. Mai come quest’anno diremmo, dato che di parallelo ne è stato inserito solo uno (fra due settimane, a Lech, in Austria, quello delle finali sarà un Team Event a squadre) e soprattutto le combinate addirittura sono state cancellate dal calendario (tranne quella dei Mondiali, con superG e slalom). Se in effetti dovessimo indicare due principali favoriti per la sfera di cristallo a livello generale, diremmo comunque Erik Kristoffersen da una parte e Petra Vlhova (o Mikaela Shiffrin, dipende solo dalle sue condizioni psico-fisiche) dall’altra.

Come già abbondantemente previsto dalla precedente bozza dei calendari, per l’annata 2020-2021 è stato inserito un superG in meno e l’unica tappa sul suolo italiano per le ragazze è, per ora, il gigante di Kronplatz, destinato a diventare (forse) la grande classica dello sci in rosa tra le porte larghe, come Badia lo è al maschile. Almeno in Italia.

Certo, l’introduzione dei paralleli, al di là di questa stagione partcolare, ha inevitabilmente sbilanciato ancor di più il circuito verso le discipline tecniche e in primis lo slalom, proprio nel momento in cui le due principali pretendenti alla Coppa oltre alle azzurre (le mettiamo tutte assieme) nascono slalomiste, cioè Shiffrin e Vlhova. Vero che non è facile organizzare e mettere in sicurezza piste da discesa (ma il discorso vale soprattutto per l’allenamento), però non si capisce il motivo per cui non si possa avere lo stesso numero di prove per disciplina (esempio, 8) in calendario. Nel circuito maggiore le piste da velocità comunque non mancano, da Are a Soldeu, da Garmisch a Lake Louise, da St. Anton ad Haus im Ennstal, da Cortina a La Thuile, da Crans Montana a St. Moritz, a JeongSeong a Sochi, da Lenzerheide a Bansko, da Val d’sere ad Hafjell ecc. ecc.

Chiaro che in una situazione di questo tipo le citate Shiffrin e Vlhova hanno un vantaggio e non di poco conto rispetto alla concorrenza. E’ vero però che una Federica Brignone, per esempio, sarà molto leggera nell’anima, avendo già conquistato la prima sfera di cristallo della storia, per l’Italia. Siamo sicuri che migliorerà ulteriormente (punterà anche alla Coppa di superG) e potrebbe davvero stupire in slalom, è previsto che li disputi praticamente tutti. Idem Marta Bassino. Va detto che tutte le ragazze in lotta per la Coppa del Mondo, da Brignone a Vlhova, da Shiffrin a Bassino passando per Holdener e Gisin, sono polivalenti per cui questo sbilanciamento legato ai calendari si nota meno, anche se c’è ed è presente.

Più evidente al maschile, dove i vari Paris, Feuz, Kriechmayr e compagnia potrebbero, a ragione, richiedere a gran voce lo stesso numero di gare a disposizione degli slalom-gigantismi, primo fra tutti Kristoffersen. Perché sommando il numero di discese e superG non si ottiene la stessa cifra che si raggiunge mettendo assieme slalom più gigante? L’unico vero polivalente, senza però disputare gare tra i rapida gates, è il detentore della Coppa, Kilde. Odermatt sta viaggiando in quella direzione, ma non è ancora così competitivo in discesa, mentre non possiamo sapere come si evolverà la carriera di Braathen, fuoriclasse sopraffino per ora solo in gigante e slalom.

Morale: i veri penalizzati sono e saranno sempre, se le cose resteranno così, i velocisti maschi, dato che in giro non si vedono più talenti del calibro di Zurbriggen e Girardelli capaci di vincere in tutte le specialità e, nel caso di Marc, anche nella stessa stagione (1988-1989).

Non va dimenticato, infine, un particolare: l’era Kasper è quasi alla conclusione, sono in atto le prime manovre per le nuove elezioni FIS del prossimo anno e dunque lo sci alpino potrebbe entrare davvero in una uova era, a partire magari proprio da un calendario pensato diversamente.

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Foto: LaPresse

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