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Sci Alpino

Sci alpino, Coppa del Mondo 2020-2021: Petra Vlhova alla prova velocità. Kristoffersen-Pinturault, l’inizio è quello giusto

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La Coppa del Mondo di sci alpino 2020-2021, pur in mezzo a difficoltà di varia natura, tra neve che manca, gare spostate di località e (qualche) positività al Covid-19, è appena iniziata e sta per entrare nel vivo, ovvero in quella fase in cui non ci sarà più interruzione, in linea teorica, fino al prossimo 17 marzo 2021, con l’ultima prova prevista a Lenzerheide, per le Finali. Le donne hanno già disputato 4 competizioni in tre specialità diverse, i maschi solo due, ma alcune considerazioni si possono già fare, fermo restando che manca completamente il settore velocità (e non è poco) e che il Coronavirus sicuramente metterà ancora lo zampino sulla sfida per assicurarsi la sfera di cristallo, anche se ci auguriamo non sia così.

COPPA FEMMINILE

L’inizio spettacolare di Petra Vlhova, la condizione atletica e anche sugli sci ancora lontana dal top di Mikaela Shiffrin (comunque tornata, ed è una grande notizia) il calendario con un superG e 2 combinate in meno rispetto al 2020 sono tutti fattori che contribuiscono a lanciare in orbita la candidatura della slovacca, già lo scorso anno prima atleta in assoluto della sua nazione (uomini o donne non fa differenza) a conquistare due Coppe, anche se più “piccole” di quella generale. Attenzione però: è ancora presto per discorsi finali, ovvio, anche se naturalmente l’allieva di Livio Magoni rimane la favorita n.1, sapendo quale rendimento è in grado di poter mantenere tra slalom speciale (disciplina nella quale detiene la Coppa di specialità) e gigante (dove è campionessa del mondo in carica).

Ma l’ago della bilancia sarà la velocità, sia per Vlhova stessa (attesa ai primi podi in carriera tra superG e/o discesa: il miglior risultato nella prima disciplina a oggi è il 4° posto di La Thuile, idem in discesa, a Crans Montana) sia soprattutto per le avversarie, in primis italiane. Se Federica Brignone vuole infatti darsi una chance per difendere la sfera di cristallo (e l’abbiamo vista sciare benissimo a Lech/Zürs, giovedì scorso, in parallelo) deve essere in grado persino di alzare l’asticella in velocità, leggi vincere di più in superG, coppa di disciplina compresa, e trionfare anche in discesa libera, per la prima volta. Difficile, non certo impossibile. Sarà la sua vera, grande, sfida. A Marta Bassino chiediamo invece di trovare quella continuità sulle discese più scorrevoli e meno tecniche, che ancora non ha, ben consci che serva tempo per completare il processo di crescita sui piani, comunque già in atto, anche se a Sölden, pur dominando letteralmente la prima manche, la cuneese ha chiuso in testa in tutti i parziali tranne proprio nell’ultimo tratto, sul piatto puro…

Discesa e superG quest’anno dovrebbero ritrovare ai massimi livelli, anche di continuità, Stuhec e Goggia, con una Gut già in grande forma e l’Austria femminile (l’anno scorso vincente in discesa solo a Lake Louise con Nicole Schmidhofer) attesa al riscatto e guidata idealmente da una Nina Ortlieb data in gran forma. Se Michelle Gisin tornerà quella del biennio 2017-2018 tra discesa e superG, potrebbe non essere così facile per Petra Vlhova conquistare punti pesanti in quelle discipline. Potrebbe. Ma non è detto… E’ tutto un “se”, sia chiaro. E ne aggiungiamo un altro. Se Vlhova invece si dimostrerà capace di vincere o salire sul podio anche con gli sci lunghi, allora la Coppa del Mondo 2020-2021 prenderà sicuramente la strada della Slovacchia. Su questo non ci possono essere dubbi. C’è comunque anche l’incognita Shiffrin, che tutto sommato abbiamo visto con piacere “arrabbiata” per il 5° posto nel secondo slalom di Levi, segno che una piazza d’onore può andare bene sì, ma solo per un giorno, mentre già da quello successivo si vuole tornare a dominare. Insomma, sembra sempre lei, con i suoi atteggiamenti da star e la consueta voglia di vincere. Prima o poi ritroverà la forma migliore, si spera non troppo tardi per poter lottare anche per la classifica generale e rendere la disfida ancora più intrigante.

Ovviamente poi c’è tutto il resto, che si chiama, tra discesa e superG, Corinne Suter, Ester Ledecka, Kira Weidle, Cornelia Huetter, Ragnhild Mowinckel, Kajsa Vichoff Lie, le altre azzurre Nicol Delago, Francesca Marsaglia, Elena Curtoni (tutte sul podio e/o vincenti, una stagione or sono), le francesi Gauthier e Miradoli, attese al salto di qualità definito (leggi primo podio in carriera), le americane che non si chiamino Shiffrin, troppo sfortunate negli ultimi anni (Johnson, Wiles, Merryweather), anche se nel “motore” della Coppa mancheranno, e non poco, Tina Weirather, Anna Veith e Viktoria Rebesburg.

Morale finale: tra St. Moritz e Courchevel (quattro gare, due superG, due giganti) e le prossime due settimane ne capiremo sicuramente di più, con Vlhova però già in netto vantaggio sulla concorrenza. Attenzione a una statistica che ci arriva dal passato: nella stagione 1966-1967, la prima della Coppa del Mondo, la canadese Nancy Greene, poi oro olimpico ’68 in gigante, vinse quattro delle prime cinque gare e quindi la Coppa assoluta, ma solo all’ultima gara, in rimonta; nell’annata 1979-1980, l’elvetica Marie-Therese Nadig ripeté l’impresa, ma poi la sfera di cristallo andò ad Hanni Wenzel, mamma di Tina Weirather (Nadig si sarebbe comunque rifatta l’anno dopo, conquistando cinque delle prime sei competizioni stagionali e anche, finalmente, la “grande” coppa). E Vlhova può andare per il 4 su 5 proprio a St. Moritz

COPPA MASCHILE

Discorso complesso a livello maschile, dove la concorrenza è decisamente molto più agguerrita, nel senso che a ogni gara ci possono essere anche 10-12 potenziali vincitori, situazione non presente in campo femminile. Due gare disputate sono niente, ma intanto i favoriti della vigilia (diremmo fin dal ritiro di Marcel Hirscher nell’estate 2019) sono già lì, in testa alla classifica generale, Alexis Pinturault a quota 150 punti ed Henrik Kristoffersen a 125. L’ondata giovane si farà sicuramente sentire ancora “a folate” nel corso dell’annata, ma la parola chiave della stagione, come l’anno scorso del resto, resta “continuità”. Se il francese e il norvegese avranno imparato la lezione del 2019-2020 e si manterranno quasi sempre nelle prime 5 posizioni nelle specialità di competenza, allora assisteremo davvero a una lotta a due, quella che era nelle previsioni per l’ultima competizione agonistica e che invece non si è verificata, causa inserimento improvviso e dirompente di Kilde, vincitore a sorpresa, ma con merito, dell’ultima Coppa del Mondo. Tra l’altro il norvegese si era imposto anche nella Coppa Europa (2012-2013), come in passato hanno saputo fare solo Eberharter, Hermann Maier, Raich e Hirscher, tutti austriaci.

Il calendario aiuta Kristoffersen, più vincente di Pinturault nelle specialità tecniche sommate assieme, mentre Alexis dovrà superarsi in superG e dimenticare gli alti e bassi della scorsa stagione in slalom. I velocisti puri (o quasi) non sono tagliati fuori in partenza, anzi. Mayer, Kriechmayr, Feuz e Paris possono darsi una chance da soli, mantenendo un rendimento altissimo tra discesa e superG, dove tra l’altro verrà a mancare il tedesco Dressen, appena finito sotto i ferri. Mayer nel 2020 arrivò a 284 punti da Kilde nella classifica finale, che non sono pochi, ma nemmeno tantissimi, anche perché non è detto che il detentore della Coppa mantenga lo stesso rendimento dell’ultima annata in gigante (e non avrà le combinate a disposizione). Per Paris resta l’incognita della condizione dopo il primo grande infortunio della carriera, ma se si dimostrerà competitivo fin dalle prime gare “veloci”, sarà della partita anche lui. Feuz ha 33 anni, una carriera super vincente, ma costellata anche di grandi infortuni, alle spalle. In discesa va per la 4a Coppa di specialità consecutiva, impresa riuscita in passato solo al leggendario austriaco Franz Klammer (1975-1978) e in quella disciplina sarà dura toglierlo dal podio; dovesse mai recuperare l’antica competitività in superG (dove però non vince da quasi 5 anni) potrebbe anche sognare quella Coppa generale che solo un grande Marcel Hirscher gli strappò dalle mani, in rimonta nelle ultime due gare, alle Finali di Schladming 2012.

Il divertimento, insomma, non mancherà.

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