Sci di fondo

Sci di fondo, il settore femminile dell’Italia può continuare a crescere. Ma occorre realismo

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Partirà nel fine settimana la nuova stagione della Coppa del Mondo di sci di fondo, ed in casa Italia, per quanto concerne il settore femminile, i riflettori saranno puntati inevitabilmente su Greta Laurent, chiamata all’annata della consacrazione per quanto riguarda le sprint, assieme a Lucia Scardoni.

Laurent è classe 1992, Scardoni è del 1991: a 28 e 29 anni sono nel pieno della maturità agonistica ed in questa stagione entrano in una fase della carriera in cui occorre raccogliere i frutti di quanto seminato negli anni scorsi, in cui anche i ripetuti cambi di staff tecnico in seno all’Italia hanno potuto incidere sul loro rendimento.

La preparazione all’annata 2020-2021, invece, è stata seguita dagli stessi tecnici delle ultime due stagioni, con il solo cambio di Simone Paredi con Renato Pasini, e quindi anche questo alibi è destinato a scomparire: con questa continuità occorre ora far esplodere e mostrare al resto del mondo il loro talento, occupando le posizioni che contano nelle sprint.

Troppe volte infatti gli sprazzi di classe di livello assoluto sono stati intervallati da passaggi a vuoto, così nell’annata che sta per partire occorrerà qualificarsi con maggior costanza in semifinale, giungendo almeno tra le prime dodici, per poi giocarsi il tutto per tutto e provare ad entrare tra le migliori sei.

Nelle prove distance è attesa alla conferma Anna Comarella, che già nella scorsa annata ha dimostrato di poter fare bene ed avendo 23 anni possiede sicuramente margini di crescita, ma l’obiettivo è la top ten, mentre Elisa Brocard, nonostante le 36 primavere, può ancora garantire buoni piazzamenti, ma dovrebbe esordire a Davos.

Il resto del settore femminile zoppica ancora un po’ rispetto al comparto maschile, con Caterina Ganz, Cristina Pittin e Francesca Franchi che potrebbero essere le prossime a crescere, ma devono trovare la loro dimensione in Coppa del Mondo: allo stato attuale delle cose l’Italia non può realisticamente competere con i Paesi scandinavi e la Russia.

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roberto.santangelo@oasport.it

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Foto: LaPresse

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