Senza categoria
Tennis, Filippo Volandri: “Jannik Sinner, serve calma. Berrettini non è stato bene. L’Italia ha una scuola che funziona”
Il 2020 tennistico si è concluso con la vittoria di Daniil Medvedev alle ATP Finals 2020. Un successo, quello contro Thiem, che potrebbe significare il ‘cambio della guardia’ ai vertici di questo sport, Nadal, Djokovic e Federer permettendo. Ma l’annata è stata anche segnata dall’esplosione del tennis italiano: Jannik Sinner sta crescendo di giorno in giorno, Lorenzo Sonego è sempre più a suo agio tra i primi 40 al mondo, giovani come Lorenzo Musetti e Luca Nardi crescono bene, Matteo Berrettini ha pur sempre concluso l’annata in Top 10, ma ci sono anche tanti altri nomi di livello tra gli azzurri. Ne abbiamo parlato con Filippo Volandri in questa intervista.
Filippo, le Finals si sono concluse con la vittoria di Daniil Medvedev. Un successo meritato, avendo battuto in serie il numero 1, il numero 2 e il numero 3 al mondo.
“Probabilmente ha vinto il più forte. Non solo di questi sette giorni, ma delle ultime settimane. Il russo ha messo in campo da Parigi-Bercy in poi un livello di gioco e una condizione fisica e mentale superiore rispetto agli altri. La partita vinta contro Nadal è emblematica; poteva finire 6-3 6-4 e chiederti come lo spagnolo avesse potuto portarla a casa, con le statistiche tutte a suo sfavore. Invece nel terzo set lo spagnolo è arrivato stanco, per star dietro al ritmo avversario per tutta la gara. In finale Medvedev è stato sotto per un’ora e mezza, Thiem avrebbe potuto portarla a casa se non avesse sentito la tensione sul 4-2 della seconda frazione, ma poi nel terzo set ne aveva di più il russo. L’ha saputa gestire benissimo dal punto di vista mentale“.
Thiem ha però mostrato un livello di tennis molto alto in questa settimana.
“È diventato un giocatore completo rispetto a due anni fa, bello da vedere dal punto di vista tecnico e adesso anche stilistico. Fisicamente ha fatto passi da gigante, era inimmaginabile fino a due anni fa vederlo vincere sul cemento. L’immagine più comune di lui era quella di successore di Nadal sulla terra, poi arriva il successo allo US Open e i due atti conclusivi alle Finals. Ha lavorato tanto sul suo gioco, un progetto tecnico già in atto da tempo: dallo scorso anno ha iniziato ad andare tanto a rete, se nel 2019 sbagliava spesso, ad oggi ha limato quei difetti permettendogli di essere validissimo anche in quel fondamentale. Medvedev è stato il miglior giocatore delle Finals, ma dietro a Nadal e Djokovic in questo momento c’è prima Thiem e poi il russo“.
Il 2021 è l’anno del ricambio generazionale?
“Il cambio generazionale è già in atto. Oltre ai tre grandi, ci saranno altri nomi nella rosa dei favoriti dei grandi tornei. Djokovic vincerà altri Slam, Rafa sulla terra rossa può confermare il suo dominio, vediamo il prossimo anno di Federer. Ma se prima erano solo loro i favoriti d’obbligo, ora anche gli altri, come Thiem, Medvedev, Tsitsipas e Zverev, possono davvero arrivare fino in fondo ad uno Slam e vincere. C’è spazio anche per loro“.
Australian Open 2021, si discute di uno spostamento.
“Dipenderà dai governatori e non dall’ATP. Se il Governatore del Victoria vieta i voli internazionali chiudendo le porte agli stranieri fino a marzo, fino a quel giorno non si gioca in terra oceanica e ci sarà bisogno di una soluzione. Se davvero si vogliono spostare gli Open a marzo, il grande problema dell’ATP sarà riscrivere il calendario, spostando Indian Wells e Miami a febbraio e a gennaio tutti i problemi programmati con il mese precedente. Per niente facile“.
Da direttore tecnico FIT, non possiamo parlare del nostro movimento che sta raccogliendo ottimi frutti.
“Erano 40 anni che non avevamo giocatori così di vertice, ma forse i numeri odierni del nostro tennis non li abbiamo mai avuti. Abbiamo otto giocatori fra i primi 100 ATP, Seppi che è ancora lì vicino e Musetti in ascesa. Sono numeri impressionanti, quando quattro anni fa siamo partiti da zero non credevamo di poter raggiugere velocemente questo obiettivo. Ma grazie alla qualità degli atleti e ad una strategia dietro abbiamo bruciato le tappe. Ovvio che ci sia bisogno di qualità, ma con una progettualità aiuti sicuramente questi passi. Abbiamo iniziato questa collaborazione con i privati, che dopo un po’ di diffidenza hanno iniziato a fidarsi, dando loro a disposizione delle risorse che prima non avrebbero potuto avere. Crescono i giocatori, ma anche gli allenatori e le strutture in questo circolo virtuoso. Ci chiamano da ogni parte del mondo per capire i nostri passi e in che modo ci siamo mossi“.
Uno dei pregi è però quello di aver sì accelerato il percorso di crescita del tennis nostrano, ma senza affrettare i tempi.
“Era qualcosa da fare con i tempi giusti e una programmazione diversa. Il focus è sul livello del giocatore e non del risultato in sè, facendo crescere anche la persona, per me cardine del nostro lavoro. E abbiamo cambiato anche i metodi di allenamento, lavorando sulla tecnica in base alla tattica. Un giocatore deve sapere cosa fare in campo. Se prima si settava il lavoro sul ‘colpisco la palla per mandarla lì’, ora il lavoro è sul colpire la palla in un certo modo per sapere già come dovrò comportarmi nel colpo successivo“.
Jannik Sinner è uno dei grandi frutti di questo lavoro. Il 2021 sarà il suo breakout year o andiamo con i piedi per terra?
“È un ragazzo di 19 anni, ma la sua testa non è quella di un 19enne. E ha margini di miglioramento importanti. Se mi chiedi se fa il Master il prossimo anno, ti dico che lo spero ma mi sembra ancora prematuro. Diamo anche a lui il tempo di crescere, ci sono giocatori che arrivano in alto presto ma ci mettono anni per fare quell’ulteriore passo avanti. Prendi Thiem, due anni fa si portava a casa un 1000 come Cincinnati ma non sembrava un giocatore che potesse vincere le Finals. Ha dovuto lavorare per altri due anni per confermarsi come uno dei più grandi al mondo“.
Il 2021 sarà un anno particolare per Berrettini e Fognini, che vorranno mettere da parte l’ultima stagione lontano dai loro livelli soprattutto per precarietà fisiche.
“Mi è dispiaciuto che Matteo non abbia disputato le Finals. Gli avrebbe consolidato tanto il livello di giocatore da Top 10, ha lavorato tanto per essere uno di loro e fa tanta differenza. Purtroppo però non è mai stato bene in quest’annata. Per lui il 2021 è l’anno per rimettersi a posto fisicamente e mostrare di nuovo il suo tennis ad alti livelli. Anche per Fognini sarà un anno complicato, potrebbe essere l’ultimo a certi livelli, vista l’età, per confermarsi tra i primi 20 al mondo. I suoi progetti sono a brevissimo termine”.
Sonego, Musetti… ma c’è tanto altro dietro. Anche da lì si vede la bontà del movimento.
“Mager, Travaglia, ma non solo loro. Salvatore Caruso è tra i primi 80 al mondo, se è lì è per via del livello del nostro tennis, molto alto, da cui può prendere ispirazione e confrontarsi con tecnici in Italia che stanno migliorando sempre di più. Se avessimo solo Berrettini al top, non credo che gli altri avrebbero raggiunto questo livello. Ma diamo anche merito alle vecchie generazioni; lasciamo stare la mia, che ora sembra davvero lontana nel tempo. Ma se abbiamo questo oggi, lo dobbiamo anche ai risultati passati di Fognini e Seppi, che hanno dato la base per questa armata azzurra“.
Per il 2021, quale può essere il nome che può darci qualche sorpresa?
“Non ti faccio un nome nemmeno sotto tortura (ride, ndr)“.
[sc name=”banner-article”]
LA NOSTRA STORIA
OA Sport nacque l’11 novembre del 2011 come blog chiamato Olimpiazzurra, per poi diventare un sito web dal 23 giugno 2012. L’attuale denominazione è in uso dal 2015. Nell’arco degli anni la nostra filosofia non è mai mutata: tutti gli sport hanno la stessa dignità. Sul nostro portale le Olimpiadi non durano solo 15 giorni, ma 4 anni. OA Sport ha vinto il premio come miglior sito di Sport all’Overtime Festival di Macerata nel 2016, 2017, 2018, 2019 e 2020.
Clicca qui per seguire OA Sport su Instagram
Clicca qui per mettere “Mi piace” alla nostra pagina Facebook
Clicca qui per iscriverti al nostro gruppo
Clicca qui per seguirci su Twitter
Foto: Lapresse