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Tennis, Safin: “Medvedev lavora duro. Rublev? Le sue vittorie significano poco, deve fare bene negli Slam”

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Il tennis di alto livello è in soffitta per questo 2020, in attesa del nuovo anno e dei tornei che prepareranno il terreno agli Australian Open, Covid-19 permettendo. Ogni fine anno è il momento di tirare le somme per ciò che concerne la classifica ed i movimenti nazionali; una delle nazioni che è riuscita a brillare quest’anno è la Russia, che si ritrova con due rappresentanti in top 10. Se Daniil Medvedev con la vittoria alle ultime Finals ha cementificato la sua immagine da prossimo protagonista del tennis mondiale, chi ha lavorato tanto e ha raccolto tanti frutti è Andrey Rublev, che con 41 vittorie stagionali e cinque tornei portati a casa ha guadagnato l’ottavo posto nel ranking ATP e la partecipazione al torneo di fine anno. In tanti hanno applaudito alla sua crescita, ma c’è chi non è completamente d’accordo, nella fattispecie Marat Safin.

Il fu numero 1 al mondo è stato intervistato qualche giorno fa dal portale russo gotennis.ru e, fra un accenno alla sua carriera e su cosa lo portò al ritiro prematuro a soli 29 anni, si è espresso in merito ai due portabandiera esteuropei calcando un po’ la mano con il 23enne moscovita, probabilmente con l’intento di stuzzicarlo: “Ad oggi le sue vittorie significano poco. Ha vinto cinque tornei nel 2020, ma nessuno di questi è stato un Masters 1000 o uno Slam. Djokovic, vincendo meno tornei, ha concluso l’anno da numero 1 al mondo. Rublev ha bisogno di cambiare strategia, è il momento di giocare e vincere nei tornei principali. È un bravo tennista, sa competere con i migliori e anche batterli, ma per essere tra i primi tre bisogna arrivare in fondo agli Slam. Oltre questo, deve imparare a non crollare nelle situazioni difficili. Lui sa di cosa parlo, presto ci vedremo e gliene parlerò”.  

Per Safin, Daniil Medvedev è un passo avanti, per la sua crescita mentale e tecnica: “Medvedev è cresciuto come uomo, è diventato più saggio e ha capito le cose che deve escludere dalla sua vita e dal tennis. Sta lavorando per superare i suoi limiti. Sa di poter fare grandi cose in questo sport: durante l’ATP Cup ho potuto passare tempo con lui, è un bravo ragazzo e l’ho aiutato a giocare un po’ meglio a rete. Se vuoi rimanere fra i più grandi, devi essere capace di aggiornare il tuo stile di gioco ogni anno, altrimenti perderai di efficacia“.

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