Ciclismo
Vuelta a España 2020: i promossi e bocciati della cronometro. Rivelazione Carthy, Martin si difende, affonda Mas
La cronometro con arrivo a Mirador de Ézaro sorride a Primoz Roglic. Il corridore sloveno torna in vetta alla classifica generale della Vuelta a España 2020 grazie alla vittoria a cronometro della tredicesima tappa e si mette sulla buona strada per conquistare per la seconda volta consecutiva la corsa spagnola. L’uomo della Jumbo-Visma non ha però fatto il vuoto come ci si aspettava, con i suoi immediati inseguitori, Richard Carapaz (Ineos Grenadiers) ed Hugh Carthy (EF Pro Cycling) ancora sotto il minuto di margine.
PROMOSSI TREDICESIMA TAPPA
Hugh Carthy: a parte il capoclassifica Roglic, colui che può considerarsi davvero contento della cronometro odierna è il britannico della EF Pro Cycling. Le abilità a cronometro del vincitore della tappa dell’Angliru erano poco conosciute ai più, ma sotto sotto Carthy sapeva di poteva ben figurare: a suo favore la testimonianza del suo ‘scopritore’ John Herety che parlava a Cycling Weekly di come il 26enne potesse far bene oggi, e dei suoi risultati al Giro 2019, dove in una crono molto simile a quella di oggi come la Riccione-San Marino chiuse all’ottavo posto. Ma forse oggi è andata anche oltre le aspettative: per lunghi tratti il capitano della EF è rimasto in linea con i tempi di Roglic, perdendo un po’ nel tratto in salita. Quarto posto finale a 25” dall’alfiere della Jumbo-Visma e terzo posto nella generale, a 47” dalla roja. Non è più soltanto Roglic-Carapaz: per la vittoria finale c’è anche lui.
Richard Carapaz: Le cronometro nel finale dei grandi giri di solito sono sempre un discorso a se, ma nonostante tutto il copione sembrava già scritto, con il capitano della Ineos che avrebbe perso almeno un paio di minuti salutando quasi definitivamente la possibilità di vincere la Vuelta. E invece Carapaz si inventa un’ottima prova contro il tempo per i suoi mezzi. Certo, non ha il passo di Primoz Roglic e nemmeno quello di Hugh Carthy, ma durante i chilometri di pianura ha assunto una discreta posizione sulla bicicletta, tornando invece il solito scalatore all’inizio della salita, sentendosi finalmente a casa. Perde sì il simbolo del primato, come pronosticato dai più, ma arriva alle ultime cinque tappe con soli 39” di svantaggio dallo sloveno. Se glielo avessero detto a inizio Vuelta, non ci avrebbe creduto nemmeno lui.
Dan Martin: Neanche l’inglese nella sua carriera è mai stato un gran cronoman. Le prove contro il tempo lo hanno spesso penalizzato nei suoi anni migliori, quando era sempre tra i migliori al Tour de France; è anche per questo se questo corridore caparbio e di gran gamba in salita non è mai riuscito ad ottenere un podio in un grande giro. Ma questa Vuelta è diversa: dopo un buio di quasi due anni si sta rivedendo quello scalatore capace di infiammare le salite e lo sa anche lui. Quindi si rimbocca le maniche, riuscendo a limitare i danni arrivando tredicesimo ad 1’17” da Roglic. Certo, nel copione non era prevista la gran prova del connazionale Carthy, con cui si sta giocando il podio. Ora il terzo posto è lontano 55”, ma il potersela giocare potrebbe regalargli energie inaspettate, rendendolo una variabile di non poco conto in questi ultimi giorni.
BOCCIATI TREDICESIMA TAPPA
Enric Mas: Altra pesante botta alle ambizioni della maglia bianca alla Vuelta a España. Il corridore della Movistar era partito quest’oggi con la volontà di recuperare secondi preziosi su Dan Martin e rientrare di prepotenza nella lotta al podio, invece risulta il peggiore tra i primi cinque della generale, arrivando con un ritardo di 1’43” da Primoz Roglic. Come ammesso da lui stesso in dopogara, non è mai riuscito a trovare la giusta posizione sulla bicicletta, senza mai riuscire a essere incisivo nei 33 chilometri di oggi. ‘Una lezione per il futuro’, ha dichiarato: però, guardando al presente, ora il terzo posto è lontano 2’36”. Servirà un vero e proprio ribaltone negli ultimi giorni: Enric Mas dovrà diventare la vera e propria scheggia impazzita della Vuelta se vuole migliorare la propria classifica.
Aleksandr Vlasov: Ci si aspettava qualcosina in più dal russo dell’Astana. Nelle precedenti tappe di montagna è stato uno dei migliori, dando l’impressione di poter essere nei prossimi anni un vero protagonista dei grandi giri; oggi c’era bisogno di una conferma della sua crescita. Le cronometro però sono davvero indigeste al 24enne, che deve accontentarsi del ventiquattresimo posto a 2’17 dalla vetta. Il posto fra i primi dieci della generale è ancora saldo, ma per il futuro sarà necessario lavorare parecchio in questo fondamentale. Se si ci vuole mettere il gioco per il podio un giorno, bisogna saper sconfiggere l’orologio che ticchetta inesorabile…
Mikel Nieve: Il più difficoltà fra i corridori di classifica. Il 36enne della Mitchelton Scott non è mai stato un fulmine a cronometro nella sua carriera, ma quest’oggi sprofonda nettamente: quasi cinque minuti di ritardo da Primoz Roglic e momentaneo addio alla top 10, sprofondando addirittura al tredicesimo posto in graduatoria. Ora un piazzamento fra i primi dieci è lontano quasi due minuti: ci sarà bisogno di qualche invenzione, o della crisi di almeno tre suoi avversari. La strada per la sua quinta top 10 alla Vuelta è ora davvero in salita.
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Foto: Lapresse