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Vuelta a España 2020: la sorpresa Hugh Carthy. Mai nella top-10 finora in un grande giro

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Hugh Carthy, oggi re dell’Angliru, è la grande sorpresa di questa Vuelta a España 2020. Il corridore britannico, infatti, sulla carta partiva con il ruolo di gregario di Daniel Martinez, ad agosto vincitore del Giro del Delfinato. Il colombiano, però, è caduto nella prima frazione, che prevedeva l’arrivo in salita ad Arrate, e Carthy si è così subito ritrovato addosso i gradi di leader della EF Pro Cycling.

Il corridore britannico è ormai noto da anni per essere un ottimo scalatore, ma, ad oggi, non è ancora mai entrato tra i primi dieci di un grande giro. Il miglior piazzamento raccolto da Carthy in una corsa a tappe di tre settimane, al momento, è un undicesimo posto al Giro d’Italia 2019. Che in questa Vuelta potesse migliorare quel risultato era chiaro ormai da giorni, ma in quelle Asturie che lo lanciarono nel 2016, quando ventiduenne vinse l’impegnativa Vuelta a Asturias, Hugh ha dimostrato di poter sognare in grande.

Infatti, dopo il trionfo odierno, il britannico, in classifica generale, si trova al terzo posto a 32″ da Carapaz e a 22″ da Roglic. Nella cronometro di martedì, lui che non è uno specialista, ma sa difendersi in modo discreto, può perdere realisticamente 1’00″/1’30” da Roglic, mentre potrebbe anche guadagnare qualcosina su Carapaz. Né Martin né Mas, gli altri uomini in lizza per il podio, gli sono nettamente superiori nelle prove contro il tempo, dunque un piazzamento nei primi tre è un obiettivo decisamente realistico per Carthy.

Hugh, inoltre, può coltivare anche qualche piccola chance di successo finale. Per poter competere con Roglic, però, dato che il percorso non è particolarmente duro nella terza settimana, deve sfornare una prestazione al di sopra delle aspettative a cronometro. Altrimenti, l’unica alternativa è sperare in una prova deludente contro le lancette dello sloveno o in una crisi di Primoz sull’Alto de la Covatilla, erta in vetta alla quale è posto il traguardo della penultima frazione, la più dura tra quelle ancora da svolgersi.

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luca.saugo@oasport.it

Twitter: @LucaSaugo

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Foto: Lapresse

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