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Alex Schwazer: “Sogno le Olimpiadi 2021. Combatto contro un’ingiustizia. I miei tempi…”

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Un paio di giorni fa la Procura della Repubblica di Bolzano ha inviato la richiesta di archiviazione del caso Alex Schwazer. Il GIP si pronuncerà nelle prossime settimane e, nel caso in cui decidesse di accogliere la richiesta e di non rimandare l’atleta a giudizio, allora potrebbe davvero iniziare una nuova vita per Alex Schwazer. Il Campione Olimpico di Pechino 2008 attende il pronunciamento definitivo da parte di Walter Pelino e, nel caso di archiviazione, potrebbe iniziare a dedicarsi alla sua seconda battaglia: tentare di dimostrare la propria innocenza e che la positività al doping riscontrata il 1° gennaio 2016 è stata frutto di una manipolazione.

L’altoatesino compirà 36 anni il prossimo 26 dicembre e al momento risulta squalificato fino al 2024 (gli è stato inflitto uno stop di otto anni). Stando così le cose non potrà partecipare alle Olimpiadi di Tokyo 2021, anche se spera che le cose possano cambiare nei prossimi mesi. L’azzurro ha parlato della vicenda in un’intervista concessa al Corriere della Sera: “Vivo tutto con tranquillità, anche perché mi sono abituato a essere paziente. So di avere la coscienza a posto, quindi ho combattuto solamente contro un’ingiustizia nei miei confronti“.

Alex Schwazer ha dichiarato che la sua attività fisica è cambiata perché “prima ero un professionista, poi l’allenamento è diventato un hobby, che viene dopo la famiglia e il lavoro“. Il marciatore è molto chiaro su un aspetto: “Attualmente sono un ex atleta. Vedremo che cosa succederà in futuro…“. E infatti quando si pronuncia la parola Tokyo risponde senza peli sulla lingua: “Primo: spero che le Olimpiadi nel 2021 si facciano. Secondo: che ci sarà anche io“.

L’azzurro confessa che i suoi tempi “erano buoni a giugno-luglio, dopo che per otto-nove mesi avevo ripreso a marciare ogni giorno. Adesso faccio quattro sedute settimanali e non più sette, quindi la forma è discreta“. Sandro Donati è sempre il suo preparatore e Alex Schwazer mostra riconoscenza nei confronti del professore: “Donati per me è un secondo padre, come l’avvocato Brandstaetter“. E il suo primo pensiero alla mattina è un po’ quello che hanno tutti i papà: “Che anche mia figlia Ida si svegli presto, altrimenti arriviamo tardi all’asilo. Come spesso succede…“.

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Foto: Lapresse

1 Commento

1 Commento

  1. OLIMPIONICO

    11 Dicembre 2020 at 20:11

    Quella contro il nostro marciatore fu uno delle pagine piu’ infami e vergognose della Storia Olimpica: sia fatta giustizia !

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