Ciclismo

Alex Zanardi sta meglio: un barlume di luce in un 2020 da incubo

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Alex Zanardi c’è, Alex Zanardi continua a lottare. Il 2020, carico di negatività e afflitto dalla pandemia, un piccolo sprazzo di luce forse potrebbe regalarcelo perché delle buone notizie arrivano sulle condizioni di salute di chi ha conquistato un pezzetto di cuore. Il campione risponde agli stimoli e da quel 21 novembre, data nella quale si trova nel reparto di neurochirurgia di Pavia, fa sorridere chi gli vuol bene e vorrebbe vederlo ridestare da quel letto.

Un calvario iniziato lo scorso 19 giugno quando, in seguito a un incidente con la sua handbike, è stato ricoverato prima nella terapia intensiva di Siena e poi al San Raffaele di Milano. Il miglioramento poi è stato descritto su Sette, settimane del Corriere della Sera: “Stringe la mano su richiesta. Se gli chiedono di fare ok, alza il pollice. Dov’è Daniela? E lui gira appena il capo verso di lei“.

La vita è come il caffè: puoi metterci tutto lo zucchero che vuoi, ma se lo vuoi addolcire devi girare il cucchiaino. A stare fermi non succede niente“. E’ cosi che lui la definirebbe la sua ennesima sfida da vincere. Un nuovo scherzo del destino dopo il crash del 2001 in monoposto che gli costò la perdita delle gambe. Da quella tragedia, però, Zanardi ha saputo costruirsi una nuova vita, ottenendo successi paralimpici, mondiali e dimostrando quanto possa essere strepitosa la forza interiore.

Accettare e continuare a vivere è il match vinto da chi, ora come ora, riteniamo tutti un eroe. Noi, cresciuti con i personaggi dei fumetti, avevamo un’idea di costoro con poteri speciali, tali da non ritenerli umani. L’emiliano, però, va in contrapposizione con questa visione. Con la sua umanità, lui è stato capace di unire un popolo, quello italiano, diviso come pochi. Quando c’è Zanardi di mezzo, non c’è fazione, non ci sono guelfi e ghibellini, perché lui ha trovato la chimica giusta per conquistare il nostro cuore e aprirlo con semplicità, senza sentirsi un Dio, ma esprimendo ciò che si è.

Nell’era degli eccessi, dal politicamente corretto al politicamente scorretto, Alex si è posto in perfetto equilibrio e, anche in queste ore così drammatiche per lui, la sua battaglia coinvolge emotivamente la collettività. Parlare in questi termini potrebbe essere retorica spicciola, ma non è così. E’ semplice racconto di chi ha sempre vissuto al meglio delle proprie possibilità senza mai piangersi addosso, anche quando avrebbe tutte le ragioni per farlo. La speranza è che ancora volta si possa intravedere la luce in fondo al tunnel.

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Foto: Lapresse

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