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Basket: Marco Belinelli, alcuni numeri dell’uomo più atteso di giornata

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Marco Belinelli è pronto a tornare. Dalla Virtus alla Fortitudo e ritorno, con 13 anni di NBA in mezzo, la Serie A ritrova oggi, nel match tra le V nere e la Dinamo Sassari, uno tra i giocatori italiani di maggiore rappresentatività, l’unico ad aver vinto un anello NBA nella stagione 2013-2014 con i San Antonio Spurs (in cui fu valido protagonista chiudendo a 10.1 punti di media l’annata, oltre a vincere la gara del tiro da tre punti).

Guardando però non alla massima lega professionistica americana, ma all’Italia, ci sono alcune chicche statistiche che riguardano il processo di crescita di Belinelli. 4 aprile 2002, 16 anni da pochissimo compiuti: arriva il debutto in maglia bianconera, con i primi tre punti realizzati al cospetto della Snaidero Udine che aveva a roster il futuro NBA Sasha Vujacic, gli ex azzurri Davide Cantarello e Agostino Li Vecchi e il futuro argento olimpico Michele Mian. Quella Virtus avrebbe poi perso in finale l’Eurolega contro il Panathinaikos, che rimontò 14 punti di svantaggio.

Più minuti, quelli concessi nella stagione successiva, con impiego occasionale in campionato (2.6 punti in poco più di 9 minuti) e in Eurolega, dove il debutto è dell’8 gennaio 2003 nell’81-64 sul Partizan Belgrado. Le prime doppie cifre arrivano in Top 16 che per le V nere hanno ben poca allegria, ma comunque in campi importanti: allo Yad Eliyahu, con il Maccabi Tel Aviv, e al PalaVerde contro la Benetton Treviso che avrebbe poi vinto il titolo tricolore e raggiunto la finale europea con il Barcellona.

Dopo il lodo Becirovic, gli anni in Fortitudo e i segnali: ne sanno qualcosa, nell’annata 2003-2004, l’ultima Pesaro di Alphonso Ford, Milano e Trieste. In Eurolega ne mette 14 nella sparatoria persa contro il Panathinaikos al secondo supplementare, ma nell’annata in cui la Effe raggiunge la finale (poi persa rovinosamente a Tel Aviv con il Maccabi) in campo europeo Repesa decide di evitargli tantissimi minuti in campo. Quelli arrivano nell’annata successiva, in cui è costantemente buon protagonista verso lo scudetto a 6.7 punti di media in campionato e 4.2 in coppa.

L’esplosione arriva nel 2005-2006: un terzo quarto leggendario a Roma nella prova da 25 punti, i 22 contro Milano, i 34 contro la miglior Napoli di sempre in gara5 di semifinale scudetto, doppie cifre in serie in Eurolega, i 13.2 di media in Serie A e 13.4 in Europa, con il solo rimpianto della finale scudetto persa con Treviso. L’annata 2006-2007 per la Fortitudo non è buona, ed anche l’ormai stella ne risente più in Eurolega che in A: 16 di media in Italia, 12.8 in Europa.

Poi la NBA, che lo aveva notato fin dai 25 punti contro gli Stati Uniti ai Mondiali in Giappone, e i tanti attestati di stima per un ruolo preso e mai mollato di giocatore in grado di adattarsi a tante situazioni diverse. E adesso il ritorno, di nuovo da stella di prima grandezza di una Serie A che, nell’alto livello, sta prendendo una piega felice.

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federico.rossini@oasport.it

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Credit: Ciamillo

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