Biathlon
Biathlon, Lisa Vittozzi alla ricerca dell’identità perduta. Un talento smarrito da ritrovare
Superato il Natale, come di consueto la Coppa del Mondo 2020/2021 di biathlon è entrata nel periodo delle brevi vacanze che permetterà agli atleti di riposare corpo e mente in vista della ripresa di gennaio. La stagione femminile si è aperta nel segno di tre nomi, che sono riusciti a spiccare grazie a prestazioni d’eccellenza in ripetizione. La norvegese Marte Olsbu Roeiseland potrà coccolarsi il pettorale giallo sotto l’albero, dopo averla spuntata nella battaglia rusticana di questa prima fase, contro la connazionale Tiril Eckhoff e la svedese Hanna Oeberg.
In casa Italia tutto era iniziato nel migliore dei modi, con la vittoria d’autorità nella 15km inaugurale finlandese di Dorothea Wierer, tuttavia da quel momento si sono rese più che evidenti le difficoltà che tutta la squadra ha dovuto affrontare durante la preparazione prestagionale. In particolare è stata proprio l’altra punta azzurra a risentire del periodo di stop ad inizio novembre causato dal Covid-19, Lisa Vittozzi. La sappadina è apparsa parecchio in ritardo di condizione nella doppia tappa di Kontiolahti, mostrando poi qualche deciso miglioramento con il passare delle settimane come era naturale aspettarsi.
Certo, una sola top-10 in nove gare individuali è un bottino molto magro per un’atleta del suo calibro, e le motivazioni devono essere ricercate non solo sul passo ma anche nel tiro. Analizzando nel dettaglio le percentuali di Vittozzi infatti è stata confermata la difficoltà di avere una costanza di rendimento gara dopo gara, con buone o anche ottime prove alternate a veri e propri passaggi a vuoto. Concentrandoci sui due weekend austriaci, quelli in cui Lisa è tornata ad essere competitiva nel fondo, ci sono state due prestazioni molto positive col 97,5% al poligono come la prima sprint e il secondo inseguimento, che le hanno regalato un settimo e un tredicesimo posto in rimonta. Nelle rimanenti tre prove, però, sono arrivati ben undici errori e la sensazione che rimane è quella che in molte occasioni quando Vittozzi cominci a sbagliare non riesca a correggere la rotta e i bersagli mancati si moltiplichino rapidamente.
Nel complessivo nelle quattro tappe disputate Vittozzi ha sparato con l’83%, una percentuale ben lontana da quel 90% sfiorato due stagioni fa nella stagione migliore della sua ancora giovane carriera. La friulana è apparsa abbastanza serena durante questo periodo, consapevole che questi primi mesi sarebbero stati in salita verso un cambio di rotta nel 2021 che a questo punto è più che auspicabile. Con buoni segnali di ascesa da parte delle giovani come Michela Carrara e Irene Lardschneider, l’Italia ha bisogno di ritrovare in pieno la sua seconda stella in vista dei prossimi quattordici mesi che comprendono il Mondiale 2021 di Pokljuka in Slovenia e l’Olimpiade di Pechino 2022.
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Foto: LaPresse