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Boxe, Anthony Joshua e quella sfida con Tyson Fury che sembra sempre più vicina

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Lo avevano previsto un po’ tutti, e alla fine è accaduto. Forse meno rapidamente del previsto, visto il KO alla nona ripresa, ma la vittoria di Anthony Joshua su Kubrat Pulev era ciò che si pensava fosse nell’ordine delle cose, e così è stato. Per il pugile britannico, ora, si presenterà la sfida più grande.

Lui non lo dice apertamente, nel senso che ha dichiarato che se il prossimo avversario dev’essere lui, AJ è lì, pronto. Il nome che tutti hanno in mente, però, è uno solo: Tyson Fury. E nel caso sarebbe uno di quegli incontri storici: tutti i titoli, ma proprio tutti, in palio, per qualcosa che neanche il miglior Lennox Lewis aveva, nel suo periodo di dominio.

Joshua-Fury è una sfida che è stata sostanzialmente ritardata per tanto tempo, per le sfide che sono capitate all’uno e all’altro, ma che a questo punto pare inevitabile. In questa direzione vanno peraltro le dichiarazioni del suo manager, Eddie Hearn: “Vi posso assicurare che già da domani mattina lavoreremo per la sfida con Fury. Vi assicuro che Joshua è il miglior peso massimo del mondo e sappiamo quello che dobbiamo fare“.

Una dichiarazione di battaglia, senza se e senza ma. Raccolta, con gli interessi, proprio da Fury a mezzo social: “Ad Anthony Joshua è stato chiesto se voleva il combattimento e ci ha girato intorno. Lo voglio, lo voglio come prossima cosa. Lo manderò al tappeto in tre round. Non vedo l’ora di mandarcelo“. Se non è voglia di dar vita a uno degli scontri più annunciati degli ultimi anni, ci si chiede cos’altro sia. Del resto, ci sono anche circa 120 milioni di ottimi motivi per organizzare qualcosa che avrebbe una risonanza come orami pochissime altre cose nello sport.

In linea di principio, l’accordo per un Joshua-Fury nel 2021 c’è. Intanto, però, va notato ciò che ha saputo tirare fuori AJ poche ore fa: una prestazione di altissimo livello, in cui ha dominato per tutto il tempo ora con il destro, ora con il controllo. Il montante, in particolare, è ciò che gli ha permesso di governare lungo ogni momento del combattimento, senza nemmeno l’ombra di un problema anche nel leggere le combinazioni di Pulev, che infatti è riuscito a portarne soltanto una di realmente efficace.

In molti si augurano che, dopo lo stop imposto dal Covid-19, non si debba aspettare un altro anno ancora per vedere la sfida più attesa. Quel che è certo è che la condizione mostrata oggi da Joshua fa capire che lui c’è, ed è ancora pronto a togliersi tante soddisfazioni. Per quella più grande, però, può avere dall’altra parte del ring un personaggio dalle caratteristiche, sia pugilistiche che umane, molto diverse dalle sue. Una specie di attrazione dei poli opposti, che più opposti, a livello anche inglese, non si può, dato che Joshua è di Watford, appena fuori Londra, e Fury di Wythenshawe, a sud di Manchester. Oltre 200 miglia di strada di differenza per un’unica corona, in breve.

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