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Boxe, chi è Kamil Szeremeta. Il polacco imbattuto che sogna di spodestare Gennady Golovkin

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A 31 anni, per Kamil Szeremeta quella che sta per arrivare è forse l’opportunità della vita: la sfida a un gigante quale Gennady Golovkin per i titoli mondiali IBF e IBO dei pesi medi. Sul ring c’è lui, che in poco meno di tre anni ha scalato le gerarchie fino ad arrivare alla terra promessa del pugilato: gli Stati Uniti.

Nato a Bialystok, la città di Ludwik Lejzer Zamenhof (alias l’inventore dell’esperanto), dopo una discreta carriera dilettantistica, debutta da pro nel 2012 a Wolomin, battendo l’ungherese Janos Lakatos ai punti, sulla distanza delle quattro riprese. Tutti i primi cinque anni di carriera li trascorre in Polonia, mietendo successi su successi, sia sui connazionali che, molto più spesso, sugli stranieri. Caratteristica principale, la tendenza a portare in fondo il combattimento: fino al sedicesimo confronto, infatti, uno solo lo vince per KO, con il croato Ivica Gogosevic, mentre è l’anglo del connazionale Artem Karpets a decretare il ritiro di quest’ultimo a metà strada degli otto round a Legionowo.

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Nel 2018, arriva l’occasione: dovrebbe sfidare Emanuele Blandamura per il titolo europeo. Dovrebbe, appunto: non accadrà mai, perché il friulano va in Giappone a sfidare (senza fortuna) il giapponese Ryota Morata per il titolo iridato regolare WBA. A quel punto, al Palazzetto dello Sport di Viale Tiziano, il 2 febbraio, ci va Alessandro Goddi, che viene sconfitto per KOT in due round. Si tratta di uno degli ultimi combattimenti che si sono tenuti nell’impianto capitolino prima della chiusura, foriera di immensi danni non solo per il pugilato, ma per l’intero sport di Roma in conseguenza del suo prolungarsi.

Seguono due difese, contro lo spagnolo Ruben Diaz (KO alla decima ripresa) e contro il francese Andrew Francillette (verdetto unanime), poi l’obiettivo si sposta altrove. Dopo il successo, senza titoli in palio, contro il pugile del Nicaragua Edwin Palacios, per Szeremeta si aprono le porte dell’America per un altro caso della vita che passa dall’Italia. Matteo Signani, infatti, dovrebbe essere il suo avversario per conservare la corona europea, ma di fronte al polacco si presenta l’opportunità di andare al Madison Square Garden, sfidare il messicano Oscar Cortes e guadagnarsi così il diritto di combattere per la cintura mondiale IBF. Detto, fatto: il titolo europeo lo lascia vacante, Cortes cede in due riprese e la caccia a Golovkin è servita, solo che, causa Covid-19, ci vuole oltre un anno per organizzare il combattimento.

Foto: katatonia82 / Shutterstock.com

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