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Calcio, Leo Junior su Paolo Rossi: “E’ stato per l’Italia nel 1982 come Maradona per l’Argentina nel 1986”

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La scomparsa di Paolo Rossi all’età di 64 anni ha colpito tutti, appassionati di calcio e non. Oggi, i funerali di sono tenuti nel Duomo di Vicenza, dove i suoi cari, i propri amici ed ex compagni di squadra gli hanno regalato l’ultimo saluto.

Le imprese di Pablito sono quelle dei Mondiali di Spagna nel 1982, quando la Nazionale conquistò il titolo mondiale e fu protagonista di un percorso incredibile, battendo il Brasile 3-2 in uno dei match più importanti della storia del nostro calcio. A raccontare cosa sia stato da avversario Rossi è stato l’ex giocatore brasiliano Leo Junior, intervisto da Repubblica: “Anche se nel 1982 ci ha fatto provare uno dei più grandi dispiaceri della storia del calcio, la gente qui ha avuto sempre un enorme rispetto per lui. Perché anche se ci ha segnato tre gol eliminando uno dei Brasile più forti di sempre, l’ha fatto con umiltà e con rispetto. Da campione vero. Non ha mai pronunciato una parola fuori posto, aveva grande rispetto per gli avversari e per il Brasile così come tutti noi rispettavamo e rispettiamo lui. Paolo Rossi era prima di tutto una grandissima persona, la sua morte è stata un dispiacere grandissimo per me e per il Brasile“.

Un giocatore simbolo di quella squadra che con quelle sue sei reti fece vivere all’Italia intera un sogno: “Se avessimo fatto gol ne avrebbe magari segnato un altro anche lui, quel giorno era sempre nel posto giusto, quasi una missione divina. Diciamo che Paolo è stato per l’Italia come Maradona per l’Argentina nel 1986. Quella partita con il Brasile è stata una finale anticipata, da lì in poi l’Italia ha preso coraggio dopo aver eliminato la favorita per il Mondiale“.

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Foto: LaPresse

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